Pègaso - anno I - n. 4 - aprile 1929

Ragazzo ben educato 127 ---------------~-------------- gnesco, aspettando che i giornali dessero notizia delle obiezioni dei teologi dal volto di faina . . Protr~eva queste immaginazioni, con grande piacere; ma era piacere simile a quello che aveva provato andando nei viottoli. A metà giornata tornò a valle in diligenza. A notte, per· un ca– priccio di ragazzo che viaggia la [Prima volta solo, prese la via d'Aosta. Non era la notte, gremita d'astri, della valle di Gres– soney, dove i monti facevano schermo alla luna. Nell'ampia valle la luna ora splendeva, la luna classica, amica degli uomini, rive– lante le case e i covoni, fatta per animi tranquilli e beati. Fran– cesco andava nella luce ridente. Aosta gli splendeva all'immagi– nazione con un sorriso simile a questo, e forse era tutt'uno con la luce argentea delle pietre lavate dall'acqua. Come vi giunse, all'alba, era al colmo della felicità. Davanti alla casa dove aveva abitato si fermò a guardare nel vicolo. Sulle case delle donne, scure, di netto contorno, perché nascondevano il .sole, l'occhio si riposava e coglieva ogni particolare ; ma dietro il cielo era dorato e abba– gliante. Una polvere accesa si diffuse d'un tratto nel vicolo, che il sole aveva infilato .di sbieco ; sommerse le case, accecò il ragazzo che, chiusi gli occhi, pensò alle fanciulle che ivi dormivano: nei letti bianchi, con lene respiro. A giorno fatto, sedette al sole su una panchina davanti a Sant'Orso, e il calore l'assopì. Risvegliatosi dopo mezz'ora, era nel tempo stesso annebbiato ed inquieto, e la cadenza interrogativa, a cui s'era assuefatto, gli divagava sui soliti temi, andava e ri– tornava sugli stessi pensieri, veniva al punto medesimo dopo molti raggiri, senza ch'egli potesse afferrarla e farne un ragionamento. Il sentimento dei luoghi; dov'era caduto [Per caso, si confondeva con la coscienza della sua propria vita, simile ad una memoria in– tera di quanto aveva sentito da quando era fanciullo. Verso le quattro pomeridiane, s'allontanò un poco da Aosta. sulla via mae– stra verso il Gran San Bernardo, singolarmente disposto alla tenerezza, come i convalescenti. Ogni tanto tornava in sé, con uno strappo im[Provviso, quasi volendo afferrare di sorpresa tanti pen– sieri sfuggenti: come il pescatore, che tira a sé d'un tratto il lombrico a cui il pesce ha abboccato, sperando che non abbia il tempo di lasciare la presa. Invece, si trovava tornato in sé, ma a mani vuote; si guardava intorno, come svegliandosi; e di quei pensieri non vedeva più traccia. - Ho sonno, - diceva: e s'abban– donava ancora. Camminava, per gratitudine ai suoi passi che lo conducevano: guardava, per amore degli occhi, che sapevano ve– dere così vari oggetti. Trepidando, assaggiava il mondo, quasi che temesse di non saperlo gustare: e ogni assaggio gli dava un gin- Biblioteca Gino Bianco

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