Pègaso - anno I - n. 4 - aprile 1929

426 G. Piovene irresistibile potere determinante. Fingendosi sempre mosso da quell'impulso, fece la via quasi di corsa, e non si fermò se non entro un albergo dalla facciata dipinta in rosso, a cui s'accedeva per un vialetto alberato. Lo condussero a dormire in una camera, senza imposte, riparata dalla luce con tendaggi spiegati di velluto sporco. Si coricò, sorpreso d'essersi scoperto nello specchio occhi sereni e quasi ridenti. Eppure, non aveva motivo di contentezza, dopo quella commedia con sé medesimo : destinato ora ai compro messi col cibo e col letto, ai comodi commisurati alla spesa ; come la donna, che s'è mantenuta onesta per anni, dopo il primo adul– terio. Dormi fino a mattina tarda ; e al risveglio lo riprese il pen - siero d'Aosta, genericamente, come se si trattasse d'una persona. Il suo pensiero era dubbioso, quasiché avesse lasciato un problema irresoluto, e se ne fosse distratto per via; ma ora vi ritornasse dopo il riposo del sonno. L'inquietudine si manifestava, inspie– gabile, nell'immagine di alcuni luoghi della città: vignette sem– pre ripetute ed eguali, piene d'interrogazione. Le poneva davanti agli occhi, come un oggetto, ne chiedeva il significato : e gli pa– reva impossibile di saperlo, se non tornando a vedere qrn~i luoghi. Ritrovava in essi, guardandoli nella memoria, particolari che non aveva notato presenti. Seguiva le volute d'un. capitello, contava i ciottoli d'una strada, parendogli che la visione e il COill/PUtonon fossero mai abbastanza nutriti. Gli pareva di :ri.onriuscire a deci– frare una strada, un capitello se avesse dimenticato soltanto la venatura di un sasso: tra due punti, che ricordava, v'era sempre da riempire del vuoto, per unirli e averli in realtà. Rifaceva ·le sue peregrinazioni nei viottoli, per imprimerne il senso: e. pen– sava che questo stesse in Aosta ad attenderlo, come un sasso o una cosa. Si crucciava che le immagini iossero fisse, sempre eguali, come se gli impedissero, imprigionando la memoria, di conoscere tutti gli altri aspetti d'Aosta. S'estasiava nel colore delle pietre, nel fruscio dell'acqua, che gli ridava la memoria, domandando quale fosse il loro significato. Per riscuotersi da questa :fissità, si divertiva ad immaginare: ma erano S~IIl)pre immaginazioni che avevano Aosta per argo– mento, e lo riconducevano ad essa doipo un finto svago. Per il suo aspetto conventuale, la vedeva abitata da centinaia di teologi magri, che si tormentavano nelle case la notte per ritrovare un'obiezione clamorosa a un dogma ecclesiastico: e se la trova– vano, restavano alzati, ad aspettare l'alba, per essere i primi a correre in istrada e a gridarla in Sant'Orso; lasciando acceso in camera il lume, che splendeva per la :finestra nei vicoli. Intanto in piazza i partigiani delle diverse dottrine si guardavano in ca- BibliotecaGino Bianco

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