Pègaso - anno I - n. 4 - aprile 1929
418 G. Prezzolini mi hanno saputo indicare quale fosse la camera da lui abitata, segno che la tradizione si è sipenta, se pure ci è mai stata. . Gli amici di Péguy sono dispersi, dalla guerra, dalla gloria, dalla morte. Roma.in Rolland, i Tharaud, Daniel Halévy, Giorgio Sorel, J ulien Benda, François Porché, j' en laisse et des meilleurs, sono su altre vie, o morti, o in altre direzioni. Per ritrovare un simile tipico antistoricismo eroico, una simile volontà d'esser fuori del proprio tempo, pur dovendone vivere la contingente attualità, protesta vivente contro le potenze del mondo borghese, non bisogna andare ai risorti « Oahiers de la Quinzaine », che sono una discreta collezione, e nulla più, di opere varie d'autori senza un comune nesso di simpatie, ma, se mai, da Gùéhenno. Guéhenno è un po' il Péguy dei nostri giorni, l'uomo-popolo, in– namorato del popolo e che combatte per il popolo una battaglia che, guai per lui se la vincesse, il popolo non ne vorrebbe sapere. Guéhenno (Jean) è una delle più curiose, inaspettate appari– zioni nel cielo letterario di Parigi. Quello che aspettiamo dal clima letterariò di Parigi è l'intelligenza, la finezza, l'arabesco, la com– plicazione, la chiarezza e sottigliezza, virtù, la maggior parte delle quali escludono l'entusiasmo e la corposità, e paiono piutto– sto proprie d'una letteratura di decadenza. È tutta roba calcolata, spesso ammirevole nei suoi sistemi di contrappeso, d'equilibrio, di raffinatezza, di scoperta interna, di conoscenza degli strumenti. Ma da molto tempo ci manca la forza selvatica, l'odore del popolo, la potenza, insomma, che fa piegare dinanzi a sé la gente, senza discriminazione. Non dirò che Guéhenno sia proprio questo, perché, per ora, Guéhenno è solamente un critico ed un avvertimento, ma è qualche cosa del genere, per lo meno la promessa o la minaccia di questo. Già lo vediam sorgere nientemeno che col vessillo di Michelet in mano, al quale ha dedicato là sua prima opera : il Michelet del Po– polo di Francia e del vangelo democratico. Guéhenno ripone, a suo modo, il [Problema degli intellettuali. È un [Problema agitato da molti spiriti d'oggi, e basterebbe vedere i commenti che ha suscitato, un po' da per tutto, il libro dell'intellettuale tipico Julien Benda La trahison des clercs. Anche per Guéhenno i « clercs », gli int~llet– tuali, hanno tradito, ma non i propri principi, sibbene la propria origine, in generale 1 di popolo: han tradito il Popolo, hanno di– sprezzato Ca.libano. Ed ecco che egli fa parlare Oalibano, il mostro di Shakespeare, che aveva preso con Renan a significare la massa bestiale, gros~olana, antipoetica ed antiscientifica, golosa, sen– suale, meccanica. Jean Guéhenno è un ometto con dei baffettini tagliati a sipaz– zolino da denti, il naso all'insù, un paio d'occhiali americani, la testa un po' curva, due occhietti visipi e convinti, che a sedici anni BibliotecaGino Bianco
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