Pègaso - anno I - n. 4 - aprile 1929

406 L. Pirandello In frak, con un rotoletto di carba sotto il braccio, il Dottor Hinkfuss ha la terribilissima e ingiustissima condanna d'essere un omarino alto poco più d'un braccio. Ma se ne vendica por– tando un testone di capelli così. Si guarda prima le manine che forse incutono ribrezzo anche a luì, da quanto son gracili e con certi ditini pallidi e pelosi come bruchi; poi dice, guardando come per compassione il pub– blico: Sono dolente del momentaneo disordine che il pubblico ha potuto avvertire dietro il sipario prima della rappresentazione, e ne chiedo scusa : benché forse, a volerlo prendere e considerare quale prologo involontario - IL SIG~"ORE DELLE POLTRONE contentissimo : Ah, ecco ! L'ho detto io ! IL DOTTORHINKFUSS con fredda durezza : Ohe cosa ha da osservare il signore ? IL SIGNORE DELLE POLTRONE. Nulla. Sono contento d'averlo indovinato. IL DOTTORHINKFUSS. Indovinato che cosa ? IL SIG~"ORE DELLE POLTRONE. Ohe quei rumori facevano parte dello spettacolo. IL DOTTORHINKFUSS. Ma nient'affatto ! Ohi gliel'ha detto? Mi faccio maraviglia ch'ella abbia potuto sospettare che siano stati fatti per trucco : proprio questa sera che mi sono anzi proposto di giocare a carte scoperte. Ho detto prologo involontario - in v o 1onta rio - quel po' di disordine momentaneo non del tutto improprio allo straordinario spettacolo a cui or ora assisterete. La prego di non interrompermi. Ecco qua, Signore e Signori. Oava da sotto il braccio ii rotoletto. Ho in questo rotoletto di poche pagine tutto quello che mi serve. Quasi niente. Una novelletta, o poco più, appena appena qua e là sceneggiata da uno scrittore a voi non ignoto. BibliotecaGino Bianco

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