Pègaso - anno I - n. 4 - aprile 1929

394 Il Padre Tosti, Nigra e Cav01ir e la conciliazione L'idea di una collettiva guarentigia di tutte le Potenze Catto– liche, da me innanzi vagheggiata, ora mi sembra importuna e !Pericolosa. Sotto il mantello di Cattolicismo, di Papato e ?h~ so io verrebbero a noiarci in casa, ed a continuare con le m1st1che a;gomentazioni religiose la intrusione nei fatti nostri, stata sì diuturna per preipotenza di arbitrio politico. Parmi vedere un'altra via a raggiungere lo scopo di una guaren– tigia.· Oso indicargliela e sottoporla al suo diritto e virile giu– dizio. Acconciandosi il Papa al fatto di una occupazione dei suoi Stati e di Roma, mettendo in serbo i suoi diritti nella clausura di una Protesta, verrebbe dal nostro Governo provveduto, col Sacro Col– legio, di un annuo censo. Ma non sarebbe ben fatto, a vece di questa annuale contribuzione, investirlo del possesso di tutte le Chiese e Conventi del Reame d'Italia? Da questi beni egli liberamente ri– trarrebbe il necessario ipatrimonio. Alla politica dominazione iper– duta sopperirebbe col possesso ecclesiastico; salverebbe il diritto che ha la Chiesa di possedere su questa terra, ed avrebbe una gua– rentigia della Sua libertà di azione in rapporto allo Stato e in rap– porto al Clero, tanto secolare che regolare. Il Governo Italiano eviterebbe le possibili contenzioni sul più e sul meno; si purgherebbe, agli occhi dei Cattolici, dall'accusa dj_ una ingiusta usurpazione degli Stati della Chiesa; poiché egli non toglierebbe al Pontefice se non la ragione politica, incompatibile con quella dei tempi, compensata con più ampio e non contrastato !Possesso ecclesiastico. In questo modo la quistione del dominio temporale del P3.[)a farebbe un gran passo verso la sua finale soluzione, distinguendosi il dominio temporale politico dal dominio temporale ecclesiastico. Il primo, eventuale e iproprio di altri tempi e di altre condizioni politiche, scomiparirebbe per dar luogo al secondo, che, pare a me, è il vero e solo necessario ed immutabile. Tutti i Cattolici non ne sarebbero scandalizzati, e la Chiesa ricupererebbe di fatto la :gienezza delle sue immunità locali. Poiché i beni ecclesiastici, per dovere sopperire ai l(lesidel mantenimento del Papa e dei Cardinali, sarebbero esenti dalle imposte dello Stato. Lo Stato nulla perde– rebbe, iperché, se non riscuote da una parte i pesi pubblici sui beni ecclesiastici, si libera dall'altra dall'obbligo dell'annuo assegna– mento alla Corte Romana. E il Papa stesso non avrebbe dispiacere di doversi considerare quasi salariato dallo Stato; ma vivrebbe delle rendite dei suoi l(lropri possedimenti. Spero, che Ella di mente e di cuore Italiano e Cattolico non troverà intemperante questo mio progetto, sul quale bra~erei che V. E. mi desse il suo avviso ; perché io mi abbia una adeguat~ risposta a dare alla iprobabile dimanda di una guarentigia. Lu- Biblioeca Gino Biar co

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