Pègaso - anno I - n. 4 - aprile 1929
t ;!r. •• ~ 392 F. Salata una maggiore libertà e maggiore efficacia alla loro opera civile. « Scappar fuori dalla Cattolica Chiesa, - si legge in uno scritto postumo del Padre Tosti, - è per un cristiano male, malissimo per un italiano. La Chiesa è la zolla, donde beve la vita l'albero genealogico della nostra Nazione.• Lo intravvidero nettamente i tanti stranieri, d'ogni lingua, amici di Montecassino, e particolarmente i non cattolici. La causa italiana guadagnò proprio in MontecaEisino molte amicizie preziose. Corrono alle labbra nomi illustri : Gladstone e Gregorovius, Renan e Taine e altri molti. Nelle aspre polemiche che in Francia ed Inghilterra si accesero, tra il '60 e il '70, sulle sorti politiche d'Italia in rapporto al problema religioso, quante volte il pensiero e l'opera dei Benedettini di Montecassino non si addus– sero da stranieri, cattolici e non cattolici, in ausilio della causa italiana e della necessità ineluttabile che il Papato si volgesse un giorno benedi– cendo alla nuova Italia e al suo Re, che è si, - anche queste son libere parole del Padre Tosti, - il re della rivoluzione, ma è anche re di diritto divino, figlio, o nepote, di Carlo .Alberto, lo spirito più mistico del suo tempo. Documento di questo benefizio reso da Montecassino all' Italia, il manipolo delle nostre lettere si chiude appunto (n. VII) con una profes– sione quasi programmatica della duplice fede dei Cassinesi, che, inviata ad una autorevole rivista inglese, segna i limiti tra il dogma e le neces– sità contingenti; pone tra queste ultime il poter temporale, e, pur inchi– nandosi alla disciplina papale, lascia « aperto l'uscio dell'avvenire >1 alla riconciliazione. E al N ondum venit hora di un Papa, risponde, riconoscendo bensi che e< i tempi non si devono anticipare », ma levando anche al Cielo la preghiera più santa, che quest'ora («le ore, i giorni, gli anni della vita della Chiesa non si trovano negli .Almanachi ~), che quest'ora suoni nella pienezza dei tempi. Insomma, poichè Roma e l' Italia non si sono ancora accordate, Montecassino - e Padre Tosti parla per tutti - è e< rimasto papale nell'ordine delle cose di spirito», ma « con una ostinata fede nel ritorno del Papato nella economia provvidenziale che governa i destini della nostra povera Italia. >, Ecco perché era nel vero ciò che, a confortare il Padre Tosti nell'ora triste della ritrattazione richiesta da lui da Leone XIII, Francesco d'Ovi– dio disse un giorno al vecchio monaco : <e E che credete i che ci sia un solo uomo in Italia, che non continui a considerarvi come un gran cittadino, come uno dei soci fon datori della nuova Italia 1 »· Ernesto Renan, che con la sua Vita di Gesù doveva ferire il cuore del suo vecchio amico Tosti, era giunto sino a scrivere da Montecassino, nel 1850, al Berthelot : « Le salut de l' Italie viendra des moines. >1 Più vicino alla verità egli era dieci anni dopo, quando nel 1861, da Parigi, manifestava al Tosti il suo animo ammirato insieme per gli eventi prodi– giosi d'Italia e per la salda fede trionfante del Cassinese: « J'admire votre foi et votre espérance. Je crois comme vous l'Italie fondée quelles que puissent étre les réactions futures. Vous aurez été prophète; tous ces événements prouvent avec quelle justesse vous aviez mis le doigt sur le noeud dl's questions de notre temps .... Vous seul me semblez étre resté juste au mème point où vous étiez. Restez sur votre montagne d'où vous voyez si loin et si clair. ll·. BibliotecaGino Bianco
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