Pègaso - anno I - n. 4 - aprile 1929
Il Padre Tosti, Nigra e Oavoitr e la conciliazione 389 insieme più vera e vitale. Gli ostacoli dentro alla Curia, le delusioni, la stessa inferiorità degli uomini che aveva dinanzi a sé a rappresentare l' Italia, irretita in ambigue agitazioni anticlericali ; forse la maggiore statura politica e la irrigidita ostinazione di Leone XIII rispetto a Pio IX, concorsero via via a ridurre e ad annebbiare, nella mente del Tosti, i ter-– mini e le linee di quella che egli reputava allora possibile composizione del dissidio, che comunque, rimase, sino ali' ultimo, l'aspirazione più in– tensa della sua, anima, non per offesa paragonata da' suoi intimi a quella di un bambino. Quanto avrebbe esultato, - lui che, come melanconicamente sospi– rava negli ultimi anni, aveva « speso tutta la sua vita in questi due amori, Papato e Italia n, - quanto avrebbe esultato oggi nel ricordare l' ingenua esclamazione che gli era uscita dal cuore al sentirsi prospettat'a la conci– liazione imaginata dal Cavour: « Se io fossi Papa, l'avrei a quest'ora sug– gellata con un .Amen n ! E come avrebbe gioito nel veder messi garbata– mente alla porta dal Papa, con le pretese guarentigie delle Potenze, tutti gli stranieri, che a lui la storia aveva insegnato in ogni tempo amman– tare di « mistiche argomentazioni religiose la intrusione nei fatti nostri, stata si diuturna per prepotenza di arbitrio politico » ! Onde voleva e< la sedia gestatoria portata sulle spalle di trenta milioni d' italiani; e il Papa, sollevato tant'alto da quelle spalle robuste, non vedrebbe più su questa terra quistioni e dissidii. n E quanto si allieterebbe nel veder divenuto espli– cito e solenne quel <e riconoscimento del nuovo Re d' Italia », che, nel 1861, anche se fosse stato solamente implicito, gli appariva inestimabile bene– fizio per la pacificazione delle coscienze all' interno, e per il prestigio del nuovo Regno nel mondo. Egli si sarebbe veramente sentito levato dal cuore, per sempre, come nella imaginosa dedica a Pio IX della sua Storia della .Lega Lombarda, l' incubo tormentoso del pericolo che il Papato do– vesse abbandonare l'Italia: tanto e< ove ciò anche avvenisse, Iddio so– spingerebbe le Alpi sino ai confini della terra, ed allora il mondo sarebbe tutto Italia. » L'amore alla verità storica, così vigile nel Padre Tosti, nella stessa sua anima di poeta e d'artista (si leggano, sul vl1lore letterario e artistico dell'opera del Tosti, le belle pagine ne L'Ottocento di Guido Mazzoni), l'amore alla verità non consentirebbe che si restringesse a lui solo il merito. del gesto in favore del programma di politica religiosa del Conte di Ca– vour. Egli stesso ci dice come avesse, dalle orazioni e dai consigli de' con– fratelli, conforto ad osare di portar tutto ai piedi del Papa. Tanto nel viaggio a Napoli, quanto nelle pratiche epistolari con Roma, egli ebbe <looperazione e consenso nel suo amico fraterno, l'Abbate ordinario Mon– signor Simplicio Pappalettere. Gli scritti di lui (lettere II e IV) ben si accompagnano a quelli del Tosti. Degno suo socio fin dalle p·ersecuzioni del '48- '49 e nei sospetti successivi anche da parte degli intransigenti della Curia, il Pappalettere, la cui figura anche fisica, come del resto quella del Tosti (« stoffa di principe della Chiesa.... spirito atavistico dell'aristo– crazia benedettina»), era apparsa al Gregorovius, già neI portamento, <mnsapevole d€lh,· glorie dei predecessori che avevano avuto gTado prin- B bli-otecaGino Bianco
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