Pègaso - anno I - n. 4 - aprile 1929
496 B. CROCE, Storia della età barocca in Italia Come dice ancora lo stesso autore, questo libro si sarebbe chiamato secondo la vecchia terminologia : storia della letteratura italiana nel Seicento. Senonché la materia tradizionale delle « storie letterarie» è _qui rielaborata criticamente, distinguendo quel ch'è poesia e letteratura da quel ch'è pensiero e vita morale. Perciò il libro è diviso in tre parti, di cui le due prime (Pensiero e Poesia e letteratura) assai lunghe, la se– conda più della prima; mentre la terza, breve e conclusiva, intorno alla Vita morale, raccoglie il succo di tutta l'opera. La quale, nonostante quella distinzione, ha una sua unità e un carattere fondamentale : essa costituisce una storia dello spirito italiano nel Seicento, secondo quel– l'ideale di « storia etico-politica li, che il Croce ha attuato precedente– mente nella Storia del rP.gno di Nap9li, e nella Storia d'Italia dal 1871 al 1915. 'l'enendo presente, tuttavia, che la storia degli avvenimenti po– litici è qui totalmente eRclusa; e che quelle due sono opere organica– mente compiute, in cui i materiali sono allo stato di piena assimilazione; mentre la Storia. della età barocca adempie a, un doppio ufficio, di esplo– razione e informazione d'un territorio mal noto, per non dire addirittura sconosciuto, e di ricostruzione sintetica delle caratteristiche e dell'an- damento generali di un 'età. . In quarant'anni di studi e di pubblicazioni il Croce non ha mai perso di vista la letteratura del Seicento italiano, e se n'è fatta una sua specialità, con una erudizione amplissima e perfettamente orientata. Letteratura immensa di mole, nel campo del pensiero forse più ancora che in quello letterario propriamente detto: trattatisti della « ragion di Stato ii, storiografi, precettisti morali e politici, teorici di estetica, so– pratutto di poe,sia, vi formano serie interminabili. Se il tipo del << let– terato ii italiano, pronto a sfornare un libro, o addirittura una biblio– teca, su qualsiasi argomento, è sorto già nella Rinascenza, è certo il Seicento l'età che l'ha portato al suo sviluppo completo. Che cosa conosce il pubblico italiano colto di tutta questa letteratura immensa? Nulla, si può dire; eppure essa non è da gettare tutta senz'altro in un canto. Il Croce, esaminata tutta questa produzione etico-politico-estetica, ne ha spremuto il sugo: ba, cioè, caratterizzato procedimenti, tendenze, idee fondamentali, scever:mdo il vecchio e il vano (ch'è, certo, assai) dalle osservazioni acute, rlalle impostazioni sagaci, dagli spunti e av– viamenti del posteriore pensiero moderno. Potrà, forse, non interessare a prima vista soverchiamente l'aver notizia di un Camillo Colonna, autore in Napoli, alla metà del seicento, di una filosofia che fu detta << colonnese ii, « tra epicurea e platonica e atomistica, non sern;a parentela con quella del Gassendi, ma nettamente antiperipatetica e antiscJla– stica ii: eppure anche questo è un elemento per la storia di quella« euro– peizzazione» della cultura e dello spirito italiano, che costituisce il pre– suppostd necessario del Risorgimento. Ma interesserà certamente l'ap– prendere che un Antonio Persio, e altri con lui, elaborassero il concetto della superiorità dei moderni di fronte agli antichi per quanto r.ignar.:la il sapere, accumulantesi e progrediente di generazione in generazione: concetto fondamentale per scuotere dagli spiriti }(I sbigottito ossequio aìl~ tradizione e all'ipse diwit. BibliotecaGino Bianco I
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy