Pègaso - anno I - n. 4 - aprile 1929

Amedeo Morandotti 483 molta ,gente nella sua casa alla, Kaioo.raihléee anche tedeoohi, gio-r:nalisti, di pa,rte democratica, - uno degli ospiti fece sa ,l.ta.re con l'indice, della, mano, da una, fila 1serrata di voJumi in uno ,scaffa le, la o os.tola di un liber– oolo di pairecchi aThlli fa: ,era; UJlla raicoolta ,di « camti sooiali ii, oon una poesia, di M()II'andotti ·gtl ,ovi.ne, socialista. Maranc1otti vide quel gesto·, non protestò come io m'aspett avo, m a si acoostò, lesse, lasciò che si leggesse, con un ,certo ·sarriso di indulgenza, come si sorride alle cose lontane. Non idico che fosse Slta!to ,lì il nemioo, oome idea; ,gtlaoohè ,qui, na– turalmente, 1110n ,si fa questione d'idee. Ma, VOIITeli. diTe ohe la tendenza all'utop.iia o, -anche, se1I1iplioomentea teorizzaire - in un u,omo che, come scrittore, doiVevaesser poi tutto concr,eteizza - non è soltrunto una sup– posimone lecita per quello che si sa della vita di lui e dei teun.pi in cui fu gioVÌill.e (na,to nel 1872), ma :mi paire ohe ,se ne possan o trova re le tr3i<:ce anche in questi scritti della maturità. (Scrittj. Milano, Monda- dor1, 1928). ' « Dieci anni fa, - scriveva '1llcl 1909 da Vienna - su simili tenui o.sser:vazioni si &Mebbe subito oostruita UJML pioooJ.a teorr'ia sociologica o , quasi. ... Ogg,i il m0111do ha men •bisogno di spiegair:e og;ni fattereJlo con un.a teolI"ia, e si oontenta dell'osservazione pllll'a e semplioo; so1pr.alttutto quamdo l'-osservaTe .può essere u111 piacevol,e fine a sè stes•so ii. Fu oosi? AILeteorizzazioni gfuvanili fu sostituito senz'altro il piaicere d'os.se.rvru.reoome fine a, sè .ste,sso ? Se 00,sì fu, iI100 avvenne seniza lotta e ,senza, fot1ca. Certo ci dev'-essere stata un.a trasformazione importa,nte, se già negli scritti più antichi di questa '1.'a◊oolta,, al posto di ogni lusinga teorica, e utopdisttca, c'è quell'atta,ooamooto al concroto, 'qi:ueUascelta, sicura -ù,ell'oochio fra ta.nti pairtioo1airi, che dov,eva essere la ,sua, forzà. Si diTebbe anzi che ,qualche volta c'è, per oontraccolpo, un a,tta,ooamento , fino a, particolari ·troippb minuti. Ma di ques-to, ooone peri.colo verso un altro ~tr,emo, lo faoova subito a.vveirtrl.to quel senso di cautela, ,e d'equili– brio che ,non mancò neppur,e ndle poesie giov.anili, a fondo sociale e ottiimstieo. E come sempre quando sospettava un punto debole in f sè, era il primo lui a denunciarlo: « Queste vi parranno osservazioni mi– nute, e paiono anche a ml:) .... ii. Ma non cr,ediiate già che quel proposito « dell'osservazione per il solo p.iiaoerie,d'osseirv3il'e ii sia tutto buono per intendere Morandotti. Anche quando ebbe diffidenza ,per le ,geneiralizza,zioruie i significaJti universali, gli ['i1mase, qu,a,sicome ,eco, il bi.sogno di chiudere in un pair:ticolaire o in aJ.cooi parr-tico13Jl',isignific.altwi, il .senso di tutta, una situazione. Sim– bolismo ? NO!ll era ~omo per queste a,vventure. « Guwdiamoci ,dai simiboli e dalle oondusioni affr,e,ttate ii. Basterà •drneohe or:m,a,il',osserva,zione era tutt'altro che ingenua. Che anzi ciò che la guidava era u na certa .JWJJizia bo.nari.a: malizia del– l'intelligenza, assai più ohe <lei se111.si o del sentiime.n,to, la quaJ.e -ben co– nosoeva, ormad. i rapporti tra ide a e fmtt o, tra idealizzacione e realtà. Oòn questa posizione d'equilibrio fra bonairia e maliziosa, av.reste detto che il meglio gli sarebbe J.'iuscito in quell'Austria dell'anteguerra e soprattutto a Vienna, dove .nepp 'U.II 'e d oveva gua,srtaire, per un uomo che oome il MiOtI'andottivi girnngeva ve rso l a qua,rantillla, dopo un già faticoso ibliotecaGino Bianco

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