Pègaso - anno I - n. 4 - aprile 1929
) I La Stella del Nord 473 - Com'è pessimista, mio Dio! - esclamò la signora Celeste, mentre sulle sue labbra riaffiorava quel sottile e misterioso sorriso. - Non vedo proprio che male possa venirne agli altri che, io ri– manga, qui o che io jparta. Tengo così poco posto io! Non';le sembra, Marcello? . - Il posto che occupa una donna come lei è sempre troppo, rispose sgarbatamente Marcello. · - Oh! ohe uomo intollerante! Vorrebbe tutto il mondo per sé I ' e lo vorrebbe anche tutto ai suoi ordini! ..:_ Un uomo come me, signora, - disse Marcello, gonfiando il petto e distendendovi sopra le due mani 34>erte, :..__ ha bisogno di molto spazio, e non ritorna volentieri dove lo hanno scacciato una volta. Si spolvera le scarpe e ipassa oltre. -- Qtjest'immagine è molto gentile, molto lusinghiera per me, davv(lro, \me ne rallegro, la ringrazio molto, -; disse la signo:r'a Ce, leste con un leggiero tremito nella voce e sforzandosi di dare a queste parole un tono di sprezzante indifferenza. - Dunque, un. po' di polvere, e si passa oltre. - Non ho parlato che di me, - disse Marcello. - Proiprio gliene sono grata, - ripeté la signora Celeste : Ed io che, nonostante tutto, incominciavo a provare un sentimento di vera amicizia per lei ! - L'amicizia di una donna, - disse Marcello, - chi ha mai c34>ito a cbe cosa possa servire ? - Dica !Piuttosto che non bisognerebbe avere mai compassione di nessuno .... - Così la penso anch'io. - E come mai non piange questa sera ? - esclamò la signora Celeste, seµtendo un improvviso bisogno di offenderlo e di vederlo umiliato : - Perché non si butta lungo disteso iper terra ? Forse non c'è un'erba abbastanza soffice qui? Marcello si alzò in piedi. - Infatti, - rispose, volgendo uno sguardo calmo sull'impian– tito, - non vedo né erba né farfalle. Ed ho un abito nuovo, per giunta. . Egli si abbottonò lentamente e spianò le pieghe del suo vestito con duè o tre colpettini di mano. Riapparve il maggiore Iupiter tutto intabarrato e con i piedi luc\di. - Spero che avremo jpresto il piacere di una sua visita più lunga, - disse a Marcello la signora Celeste, porgendogli con ne- gligenza la maino. . . , . . . . . . Egli si inchinò leggermente e gliela bacio m silenzio. Poi i due uomini uscirono insieme. (Continua). UMBERTO FRACCHIA. \ Bibrioteca· Gino Bianco
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy