Pègaso - anno I - n. 4 - aprile 1929

fa Stella deZ Nord 4-69 mettersi a sferrettare un maglione di lana che si riprometteva di m,andare a Massimo iper i primi freddi. Non era una grande lavo– ratrice di maglia, ma tornava volentieri a quel lavoro, che essa si trascinava dietro da qu31si un anno, ogni qual volta sentiva il bi– sogno di raccogliersi e d'isolarsi. Ne fece infatti un bel pezzo in quei due o tre giorni, ma si annoiò anche molto e si sorprése spesso a pensare con vaga nostalgia ad una passeggiata in montagna, ad un frutteto e ad una farfalla bianca con le ali macchiate d'argento., Si sentivà malinconica e un po' a disagio, cQme insodisfatta di sé e preoCCUjpata di qualche cosa che non andava secondo i suoi desi– deri. M'a essa attribuiva questa spiacevole sensazione ai dissapori sorti fra .Stefano e Benedetto che creavano un'atmosfera un poco tesa e grigia per tutti, a quella ipioggfa uggiosa e all'incertezza della loro partenza. XXVIII. Finalmente il maggiore Iupiter si fece coraiggio e, la quarta sera, a tavola, affrontò il grave argomento intorno al quale andava ordinando da un pezzq le proprie idee, come faceva con quei tubetti e quei ferrettini. Disse che aveva ben iponderato il pro e il contro, e che si era infine deciso ad accettare una certa proposta che il conte Pepi gli aveva fatta il giorno stesso della loro gita in mon– tagn'a. Citò nuovamente Cesare e Plinio, il ferro e il rame delle legioni romane, e;-senza entrare in tropipi particolari, spiegò che l'i:mpresa, alla quale era stato invitato, offriva a lui, Iupiter, sotto ogni aspetto, i più grandi vantaggi, forse non immediati, ma certo ai scadenza non troippo lontana. - Perciò, - concluse, - si rinun– .cia a continuare questo viaggio incominciato così male, e non ap- , pena il tempo si rimetterà al bello io me /1.e torner,ò lassù, ad ini– ziare lé mie ricerche e i miei scavi. È un lavoro che mi appassiona e mi sento sicuro del fatto mio come se avessi vent'anni.· Questo annuncio fu accolto con stuipore e con gioia da tutti. La signora Celeste si alzò da tavola· con le lacrime agli occhi e andò ad abbracciare suo marito. Egli ricevette quel bacio arrossendo come un bambino e poi, per qualche ora, ebbe la dolorosa impressione di averlo rubato. / I ' - Se tu sapessi, Stefano, - disse con un profondo sospiro la 1 sio-nora Celeste, - come sono felice! Di che incubo mi hai liberata! 0 Alessandra battè frettolosamente le mani e gridò nell'orecchio del nonno: - Non si iparte più, nonnino. Si rimane qui. _ Partiamo domani ? - chiese il vecchietto, allungando le labbra. - No, no, non si parte più. Si rimane tutti qui, qui, non si parte 1 BibriotecaGino Bianco I

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