Pègaso - anno I - n. 3 - marzo 1929

La Stella del Nord 337 bestia, rignando, spiccò il trotto e, presa la mano al cavaliere, uscì per la porta, subito rincorsa dalle a1tre due, una delle quali portava il maggiore Iupiter e l'altra il fattore. Ma il trottd del mulo, chi non lo sa ? è breve, e cosi quello, uscito di corte, non aspettò il mulattiere per rimettersi docile al ipasso su per un viot– tolo che doveva essere da lunghi anni impresso nella sua mulesca memoria. Il conte Pepi, non parendogli vero di sentirsi ancora in arcioni, si voltò più volte a salutare le signore, che si erano rag– gruppate dinanzi al portale e sventolavano i fazzoletti. Quindi la ~omitiva girò il gomito e disparve nella montagna. Circa a quell'ora Benedetto, in una vecchia strada della città, i3'a:ffacciava timidamente all'uscio di un bugigattolo, che non era né studio né bottega, ma un che di mezzo fra l'una e l'altra cosa. -Qui, dietro un banco, intorno al quale correva, un nastro tricolore, un vecchiarello che portava una coccarda azzurra e un abito di lutto si mise lentamente a sfogliare un registro quasi ipiù grosso di lui. - C!è un iposto di scritturale, - disse poi: - Ti va, ragazzo? Benedetto negò col capo, e quello, messo l'indice in capo a una pagina, incominciò a borbottare : - Un fonditore, un fonditore, un bottaio, un conciatore, un garzone panettiere, un garzone parrucchiere, uno stalliere, un ca– napino, un cesellatore fino, un maestro orologiaio, di minatori un :paio, un meccanico elettricista, un intagliatore ebanista, un cuoco, ·un altro cuoco, un terzo cuoco, e poi dicono che si mang-ia poco; un giardiniere, un ortolano, un arrotino e un magnano, un legnaiuolo, un legnaiuolo, di ipasticcieri uno solo, un apprendista lustrascarpe, questo non è mestiere né arte, un cocchiere, un manovale, quattro fabbri per l'arsenale, sterratori quasi cento, uno sguattero per il convento, un becchino per laggiù, un maniscalco, un tappezziere, un imbianchino, e niente più. - Ti pare che ci sia qualche cosa che faccia al caso tuo, - chiese affabilmente il vecchietto alzando gli occhi dal libro, - o vuoi che .ricominci da capo ? - Grazie, - rispose Benedetto, - purtropipo ho sentito. - Ohe siano mestieracci, questo lo vedo anch'io, - disse il ·vecchietto crollando il capo : - _Pure ci vuol pazienza, figlio mio. :I tempi sono brutti, pieni di sacrifici, di lutti. ... - E lo sòno per tutti,· - concluse con un mezzo sorriso Be– nedetto. - Non devi andar soldato ? - gli domandò poi quel vecchietto. - Mio figlio, poveretto, non è mai più tornato, e la mia debole mente è svanita insieme con la sua vita. Qui, vedi, come iposso lo -onoro, procurando, a chi ne cerca, lavoro. 22 - Pègaao. BibliotecaGino Bianco

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