Pègaso - anno I - n. 3 - marzo 1929

330 · U. Fravch-ici \ sandra, ritraendo il ginocchio che Marcello ad ogni strappata della carrozza le urtava, : - Mi dispiace davvero che Benedetto non si1,1, venuto con noi. - Io invece non me ne lamento affatto, - diceva Marcello coll uno sguardo infiammato: - I fratelli sono sempre maledettamente gelosi delle lor~ sorelle. 1 • - Anche tu, allora, sei geloso di noi ? - chiedeva Dolores, fa bruttina. - Stai zitta, mezza cartuccia di donna, - rispondeva Marcello : - Non sei la signorina Alessandra tu. - Vede, signora, Celeste, - diceva nella prima carrozza il conte Peipi, tenendo l'ombrellino sempre più alto e inclinato, nella sp<"· ranza di favorire il caso che avvicinava al suo braccio la sipalla · molle e tiepida della signora, - erano più di quattro anni che io non venivo tra questi monti. A dirle la verità, mi son sempre sem– brati poco socievoli, con coteste cime cos) brulle e scontrose, e ho sempre preferito mandarci i fattori, ed io starmene al piano. Ma, che cosa debbo dirle ? Stamani mi paion belli e ingentiliti anche loro. ,Sarà che la presenza di una bella e gentile signora abbellisce e ing~ntilisce ogni cosa. · - Crede proprio che sia merito mio? - chiedeva la signora Ce– leste con nn sorriso pieno di gratitudine: - Veòi, Stefano? Tna moglie abbellisce anche le !Pietre. - Strano, - diceva il maggiore Iupiter, guardanùo intorno a Sf' tutte quelle montagne che, lentamente, si snodavano via via che lf' carrozze, ora al passo, ora al piccolo trotto, procedevano per la salita, - la. configurazione di questi monti non sembra la stessa,· Yista di qui e vista dal mare. Ohe monte è quello ? Il Barile ? - No, signor, - -rispondeva il cocchiere, voltando appena mezza faccia, - noi ci diciamo il Oignetto. - Il Oignetto ? Il Cigno, vuol dire. - No, signor 1 il Cigno è più sopra. - Il Oignetto? Oh bella! Ecco un nome che mi riesce nuovo. E il maggior Iupiter, che non vedeva l'ora di sipiegare la carta di cui s'era !Premunito e di consultarla, approfittò di questa piccola. controversia per distendere sulle sµe ginocchia un ampio foglio co– lorato di verde, e incominciò a corrervi sopra con l'indice. - Bene, - disse il conte Pepi alla signora Celeste con uu lungo e carezzevole sguardo, - lasciamolo studiar le sue carte. · Noi contempliamo la natura. Quanto la natura è più bella della geografia e della toponomastica ! - Badi, badi all'ombrellino, per carità, signor Conte, - esclamò la signora Celeste con un riso così squillante che fu udito persino dalla seconda carrozza : ·- Me lo vuol dare sul capo ? BibliotecaGino Bianco

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