Pègaso - anno I - n. 3 - marzo 1929

.La · Stellct del Nord 321 miei creditori e che smacco per le loro ipoteche, - esclamò il conte Roberto, sollevandosi sulla_punta dei piedi come per spiccare il volo verso quell'inaspettato miraggio : - Se sei così sicuro di te, io ti ci conduco domani. Il maggiore Iupiter si schermi con il gesto vergognoso e spaurito -0'pn ragazzo che si senta tirar per la manica da un cattivo com i{)agno. - Domani? No, no, Pepi, non mi tentare, - disse in fretta: - Forse 1Partirò proprio domani. - E così, dopo avermi dato una speranza sùbito me la vuoi tog-liere? - Non direi una speranza. Mi son limitato ad esprimere una modest~ opinione. - Per te un'opinione, ma per me una speranza - disse il conte Roberto: - E se fosse vero? Se la tua esperienza sapesse scoprire in quei sassi il princilPio d'una fortuna? L'ora della mia rivin– cita io l'aspetto da un pezzo. E non potrebbe esser quf>s ta? - Ma poi dovrei pure partire! - esclamò sconforta.to il mag– _g·ioreIupiter. - Naturalmente. Tutto si riduce ad una gitarella in montagna, dalla mattina alla sera. Guardi, osservi, vedi di che si tratta, parti contento e mi lasci tranquillo. E non è detto che tu non possa tornare. Il maggiore Iupiter trasse di tasca un largo fazzoletto e se lo. q>assò lentamente sui baffi. Così certe fortezze, che hanno resistito :Soltanto iPer l'onore delle armi, dopo poche scaramucce inalberano ·bandiera bianca. - E sia, - disse infine, arrendendosi alle insistenze dell'amico. Poi, quasi per scusarsi di fronte a sé stesso: - Lo sapevo, - sog– giunse con un sospiro, - è una passione più forte di me. Cosi i due amici s'intesero, rinnovando dopo trent'anni la loro buona amicizia, e conclusero che le due famiglie, Pepi e Iupiter, ·sarebbero state felici di conoscersi durante quella gita in mon– :tagna. xv. 11 maggiore Iupiter aveva tutto dimenticato: non vedeva che ,quelle montagne. Curvo sul 1piatto, mangiava di quelle montagne. Invece il conte Pepi volava su quelle montagne, danzava sulle loro .cime. Il maggiore Iupiter già immaginava di camminare 1Peri loro valièhi, di scendere nei loro valloni e di forare con la trivella le loro ,dure pietre. Il conte Pepi invece vedeva ondeggiare intorno a sé le facce dei suoi creditori e svanire gli spettri lividi delle· ipoteche . .Egli, subito dopo cena, si addormentò e incominciò a sognare. Il suo .21 - Pèga,o, 1bliotecaGino Bianco

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