Pègaso - anno I - n. 3 - marzo 1929
Agostino Steffani 305 comparso nel 1905 per cura di Alfred Einstein e Adolf Sandber– ger, comprende sedici Duetti) degli ottantacinque catalogati, due Scherzi) due Cantate. Il -secondo, del 1911, contiene l'opera intera in tre atti: Alarico) Faudace Re de) Goti) trascritta e pubblicata da Ugo Riemann. Il terzo, del 1912, contiene una raccolta, scelta ed ordinata anche questa da Ugo Riemann, di brani tolti da tredici opere teatrali dello Steffani. Ecco, poi, Hubert Parry che, parlando di lui con viva ammira– zione, lo chiama «l'eclettico Steffani »; Alfred Neisser che studia ~._,. diffusamente il suo Servio Tullio; George Fischer che traccia le vicende dei melodrammi da lui scritti per il teatro di Hannover; Romain Rolland che riconosce la loro grande imiportanza nella storia dell'opera tedesca; Ernst Otto Lindner, che li distingue da tutte le oipere contemporanee; Friedrich Chrysander, il biografo di Haen– del, che pone il musicista veneto non soltanto vicino ma immedia– tamente prima degli Scarlatti e del fecondo Keiser; Alfred Einstein che, in occasione del cente~ariò, ritorna a lui, e lo considera il più grande tra Carissimi e Alessandro Scarlatti, iper la Germania il maestro più influente del suo tempo; in Francia, superiore al con– temporaneo e compatriotta Lùlli, « per intelligenza, per versatilità e per genio. >> Tale il iposto assegnato, dalla moderna critica e storiografia te– desca, inglese e francese ad Agostino Steffani. Stabilita cosi, osservandola da diversi e lontani punti di vista, la iposizione del musicista nell'arte del suo tempo e dinanzi alla cul– tura d'oggi, occorre dire che l'Italia non ha fatto nulla per sottrarre all'oblio e onorare l'opera e il nome di questo grande italiano? Ahimé, non occorre. Questa è, iper ciò che riguarda le nostre glorie musicali del passato, regola corrente. Invece di ripetere geremiadi, dunque, ricordiamo per sommi capi la vita dell'artista. Nato a Castelfranco Veneto il 25 luglio 1654 da Camillo, oriundo di Padova, e da una Gherardini di Castelfranco, Agostino Steffani o Stievani fu battezzato il 26 dello stesso mese nella chiesa di Santa Maria e San Liberale. La Madonna col bambino e due Santi guarda– vano, da una tela allora già vecchia di forse centocinquant'anni, la ~erimonia lustrale. Un grande maestro della pittura veneziana, Giorgio Barbarelli, Zorzon de Castelfranco, aveva dipinto il qua– dro, riproducendo, nelle fattezze della Madonna, quelle dell'amante sua, Cecilia. Una Cecilia, purificata dal manto e dalla chiara benda •che copre il capo della Vergine, aveva dunque, dall'alto di un trono, benedetto il piccolo Agostino al suo primo apparire nel mondo ·cristiano. Cecilia, si può dire, lo aveva, fin da quel giorno, segnato per uno dei suoi. 20 - Ptga,o. BibliotecaG·no Bianco
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