Pègaso - anno I - n. 3 - marzo 1929
a Matilde Bartolommei Gioli 299 lasciando intendere che l'accettazione di quelle pr_oposte implicava l'abdicazione. Il Granduca capi e le proiposte furono respinte. A me queste cose raccontò lo stesso Marchese Gualterio ;. ma già ne avevo sentore [Per conversazioni con mio zio Giulio che fu, com'Ella sa, mi:v,istro dell'Istruzione in Toscana, dal gennaio al– l'aprile 1859 e a cui le avevano narrate il Granduca stesso e il Lenzoni. Il Gualterio, anzi, chiudeva con un aneddoto curi6so la storia di quelle trattative. Abitava in Porta Rossa nell'albergo di questo nome; significatogli dal Baldasseroni che le proposte pie– montesi non erano accolte, si trattenne a Firenze, frequentando i più noti tra' liberali ; si che venuto in sospetto di macchinare con loro, il Baldasseroni medesimo lo chia,mò un giorno in Palazzo V~cchio e lo invitò ad andarsene. L'altro cui premeva rimanere, addusse ragioni di privato interesse, dimostrando la necessità della dimora : si dilungava nello esporle; quando il Baldasseroni, sec– cato, si alzò e battendo il ipugno sul tavolino, tuonò : - O lei va o la faccio cacciare. - E il Gualterio: - Vado, Eccellenza, con la speranza di venir quanto prima a cacciar lei. ... Il concetto dell'annessione venne ipiù tardi; non nel Marchese Ferdinando e nella parte democratica, fin d'allora risoluta a spinger le cose sino a' possibili termini estremi; ma la quale io dubito fosse prima del 27 aprile la sicura interprete del pensiero della maggior parte de' Toscani; tanto 1più meritevole del resto, quanto più prontamente indovinò la logica e necessaria successione degli eventi. E qui mi fermo sebbene non sia giunto a metà della via : ma ho [Paura di seccarla e non seguiterò se non ne abbia prima licenza da Lei. Ho notate alcune piccole inesattezze : le mando anche le mie osservazioncelle sopra di esse : serviranno per una seconda edizione che auguro e che il libro merita. Scusi per carità gli scarabocchi, le cancellature e pensi che se ho avuto il tempo di scrivere questa lungagnata mi mancherebbe tempo a riscriverla. Roma, 20 aprile 1909. Son contento che le sia piaciuta l'epigrafe; la quale non so ancora se sarà al)iposta al palazzo di Via Vacchereccia 1 ). Il Sindaco mi propose di modificarla una prima volta: e invece ?i ccamicat_esi le energie popolari>> dire: cc on l'opra delle energie ipopolari ». Energia è forza operant~, _e però inut~~e agg~un~ere ccopra ».: O[Pra d'energia, poi, bruttissimo. Consentu che s1 dicesse cce ami- . 1) È l'epigrafe a ricordo del marchese Ferdinando Bartolommei, poi posta, nel testo integro, sul palazzo Bartolommei in via La.mbertesca. Biblioteca Gino Bianco
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