Pègaso - anno I - n. 3 - marzo 1929

296 Lettere di Ferdinando M artini Aimbatcalla (Eritrea), 4 ottobre 1903. .. .. Io ho avuto qui Alessandro per un mese: è ripartito tre giorni fa ,per l'Italia. Lo pregai di venire perché veramente per qualche teml[)o mi sono sentito abbattuto e sgomento. La ignoranza del paese, la sua indifferenza per la Colonia, la poca cura che se ne dà il governo, i pericoli che da og~1i parte minaccw,no l'avve– nire economico di quest& Eritrea che costa alla madre patria tanto sangue e tanto denaro e a me sei degli ultimi anni della vita; pe.– ricoli che non si scongiurano se non con vigilanze assidue e con energie pronte; la malvagità di alcuni che non possono perdonarmi di aver conservata la Colonia e di averla dimostrata fertile contro alle loro previsioni e ai lor desideri: tutto ciò m'aveva, lo confesso, accasciato. iMa è stato un fuoco di paglia: ho ritrovato le staffe e continuato nell'opera che so-essere quanto di migliore e di più utile mi fu consentito di fare nel mondo. Che essa oggi sia ignorata o poco pregiata non monta : verrà tempo nel quale sarà giudicata equamente. Asmara, 10 luglio 1905. Avevo allora allora finito di leggere per la seconda volta ·1 volume 1 ) quando la signora Baldrati è venuta a, domandarmi in suo nome se io l'avevo ricevuto. Il fatto è che non mi pervenne se non con l'ultima posta, cioè con molto ritardo; e dopo eh~ io, leg– gendo gli articoli del Marzocco e del Giornale d'Italia) Le rim - l[)roveravo in cuor mio di non avermelo mandato. Potevo, è vero, dirle g·razie subito; ma preferii scriverle dopo aver letto, anzi ri– letto; così posso ora ai ringraziamenti aggiungere le mie gratu– lazioni, e vive e sincere. Penso che se invece di essere Lei a Fauglia ed io ad Asmara, fossimo ambedue a Firenze via Marsilio Ficino numero 10, di queste . congratulazioni concise non si contenterebbe : e yorrebbe più par– ticolarmente sapere ciò ch'io pensi del libro. Ed io farò appunto come se fossimo a, Firenze e dirò: ma bisognerà ch'Ella abbia pa– :-1ienza,se mai, com'è l[)robabile, io dovrò andare un po' per le hm - ghe. Il libro è ben scritto e meglio di ogni altra cosa sua; sebbene lo stile abbia disuguaglianze ch'io spiego, ripensando che il lavoro fu lasciato e ripreso più volte e con larghi- intervalli. Alcune pagine sono veramente belle: il paesaggio del Cenisio, il ritorno dall'esi– lio a Firenze, la visita al Garibaldi, l'incpntro col Dolfi, il dono de' Catalogni; alcuni ritratti tratteggiati con sobrietà evidente: 1 ) MA<1'ILDE GroLI-BAilTOLOMMEI, Il Rivolgimento toscano e l'az·ione popolare, dai ricqrdi familiari del marchese Feròin:mcl-0 Rart:-0lommei (Firenze, Barbèra, 1905). BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy