Pègaso - anno I - n. 3 - marzo 1929
262 G.. Vitelli arcane vie, tu secondo giustizia reggi le umane vicende. )) Le !Pro– nunzi Ecuba o chi si vog-Iia, queste !Parole riflettono lo stato d'animo del poeta, e dimof.ltrano il contrasto fra la concezione Euripidea e la concezione comune. E poiché questo contrasto si rivela in ogni tragedia, innumerevoli volte, non si può non convenire che Euripide propagasse concetti i quali, in ultima analisi, si riducevano a negazione della religione com'era intesa ab antiqiio. Non importa ora dire se avesse ragione lui o chi in quella religione ancora cre– ,deva: ci basta riconoséere il contrasto. E la commedia, se non m'inganno, IPOteva con sufficiente ragione rappresentare la deca– •denza del culto religioso come effetto della tragedia di Euripide. Valga ad esempio il discorso molto semplice della fioraia nelle ·Tesmoforiazuse di Aristofane : « contro Euripide, )) ella dice, « ha già parlato molto bene l'oratrice che mi ha preceduto. Aggiungerò · . poche parole, limitandomi ad esporre quello che è accaduto a me ,stessa per colpa di lui. Mio marito morì a Cipro, e mi lasciò cinque bambini : con grande stento li tiravo su facendo e vendendo ghir– lande. Ora le tragedie di costui hanno diffusa la !Persuasione che gli Dei non ci sono, ed io non vendo neppur la metà di quel che vendevo prima. ))· Invece per quello che riguarda politica, e patriottismo, non si capisce neppure come gli si sia 1potuto far colpa delle sentenze dei suoi personaggi. Di lui non sappiamo che abbia preso parte attiva alla vita- politica : anzi ogni indizio porta a concludere che se ne sia tenuto lontano, pur compiendo, come era naturale, tutti i doveri ' <li buon cittadino. Fuori di dubbio, ad ogni modo, sono i suoi sen– timenti di ipatriottismo democratico. Basta leggere le Supplici; e si lascino pure da parte le S1.ipplici) non v'è quasi tragedia, dove, llJ !Proposito e anche non a proposito, non occorrano sincere ed en– tusiastiche lodi della isonomia ateniese. Non mancano, beninteso, le sferzate alla demagogia., ma nessun u,omo di senno porrà in dubbio l'attaccamento sincero del poeta alla libertà politica, il suo odio irreconciliabile verso la tirannide. Ebbene, tra i suoi personaggi troviamo anche il monarca assoluto, che all'egoistico interesse !Per· sonale e monarchico tutto pospone. Et.eocle nelle Fenicie ne rap– presenta il tipo. A nulla è valso ·che una madre affettuosa abbia reso po,ssibile un colloquio fra i due fratelli nemici, Polinice ed Eteocle: nulla questi vuol cedere del suo potere al fratello. Deve esser lui il solo re di· Tebe, mentre sarebbe lJìlll' giustizia che il fratello avesse la sua parte di potere. BibliotecaGino Bianco Il mio. impero a costui, no, non rassegno. Se giustizia pur mai violar lice, Bello assai violarla è per un reg,no : Giusto in tutt'altro esser si vuole e pio.
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