Pègaso - anno I - n. 3 - marzo 1929
378 G. Pasquali anche in Germania per un futuro filologo altrettanto quanto sareblJero ,la noi e un grande avvenimento che cadde nel tempo della sua :vita ' ' . . nuova. Ulrico di VVilamowitz ,è nato il 22 dicembre '48 a Markow1tz, m Posnania, nel latifondo di suo padre, lontano ùa, ogni centro di cul– tura e allora anèhe (!alla ferrovia. Nell'Est, e tanto più in quella pro– vincia polacca che in tanti anni di dominio prussiano non è stata mai germanizzata le condizioni di vita .erano ancora primitive. Qui Ulr:lco ' . di Wilamowitz, rampollo di una stirpe di nobili prussiani, soldati e agri- coltori, passò i primi anni nella società dei proprietari di terreni, te– deschi, ma anche in contatto continuo con gli operai agricoli, polacchi. Chi vive àl confine tra due culture, se non gli fa velo partigianeria, acquista presto il senso della relatività, impara presto dall'esperienza di un'altra' civiltà, anche inferiore, che istituzioni e forme, che ad altri appaiono necessarie e congenite, dipendono da condizioni storiclie de– terminate. Il Wilamowitz non hà dimenticato, uomo fatto, quel che ra– gazzo aveva imparato in Posnania, e oggi, vecchio (p. 226), non sa darsi pace della condotta incauta e offensiva di certi viaggiatori tedeschi che all'estero non sanno se non biasimare tutto ciò ch'è diverso da casa loro . .Si consolf!, solo pensando che quel che nei Tedeschi è difetto solo di certe classi sociali, per es. della borghesia, è tra gl'Inglesi quasi la regola, e narrando appunto di un Inglese che in Svezia, a chi gli osservava gentilmente ch'egli, straniero, non riusciva forse a orientarsi senz'altro nel modo di pensare di un altro popolo, rispose con la mas– sima buona fede: I am nota foreigner, I am an Englishman. E forse in quei primi anni germinò il suo orgoglio nazionale, che ha questo di particolare, che non ha mai disconosciuto i meriti e le virtù di altri popoli. Il Wilamowitz è stato, prima e dopo la guerra, nonostante un urto violento con l'Accademia di Parigi, quello che fra tutti i dotti tedeschi ha saputo meglio volgere ii;i.profitto d'imprese comuni le ca– pacità specificamente nazionali di dotti stranieri. A Markowitz, di scienze storiche e di organizzazione universitaria o scolastica in genere non si aveva notizia. Ma fili visibili -e invisibili attraverso la famiglia, attraverso specie la mamma, congiungevano la generazione nuova con quella ch'era stata -la cultura del tempo di Fe- · derico. Leggèndo queste Memorie, si sente qua e là come un alito vol– teriano; il Wilamowitz, uomo ricco di ethos, sa a tempo e luogo essere anche frivolo, privilegio ch'è negato a certi suoi colleghi di estrazione più borghese: non sarà questo un retaggio della Berlino e .della · l'otsdam di Federico ? 11 ragazzo dovette presto dire addio al. fondo paterno e all'Est polacco per entrare a semiconvitto' in un, si direbbe noi, collegio della Germania Centrale, della provincia prussiana di Sassonia, « Pro– vinz Sachsen », a poca- distanza dalla Turingia, Schulpforta. ·L'inter– nato, uno dei pochi rimasti_dal Rinascimento in Germania dove l'edu– cazione di famiglia prevale· dappertutto, tranne forse nel Sud svevo (terra di teologi e,. come tale, nonostante il protestantesimo, di se- · minari), aveva maestri celebri, scolari destbfa,ti à celebrità anche mag– giore : tra i poco più vecchi del Wilamowitz, Federigo Nietzsche. Qui BibliotecaGino Bianco
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