Pègaso - anno I - n. 3 - marzo 1929
M. BONFL\N'l'lNI, Vita, opere e pensieri di Ch. Ba1tdelaire 375 Il gusto è mutato da quando, per esempio, il Rivière, in un a,rti– colo su Baudelaire, pregevolissimo, sfumava le sue acute -osservazioni letterarie in cadenze claustrali, misticheggianti. Ed anche le argomen– tazioni del Du Bos, sottili come filo di bozzolo, tornando oggi a vederle, sembrano un po' addipanate fra la stilistica e l'ermetka. La fase cri– tica, ma meglio si direbbe venerante, che il Baùdelaire rappresentò nei riguardi di Edgar Poe, ed altri rappresentarono nei riguardi baudela,i– riani, ,è oltrepassata. E senza affatto smentire l'alta e commossa am– mirazione che tali poeti sempre meriteranno nei secoli, si desidera vedere -applicate al loro studio nuove ragioni. Non è ùa temere ci scapiteranno.– Se il saggio del Croce sul Baudelaire risultò assai poco soddisfacente, e in qualche punto mortificante, non si dovette alla disposizione generale che era ottima; ma a quella frettolosità, a quella impazienza, che gua– starono tanti altri saggi, benissimo orientati, dello stesso Croce. A ricostruire e discutere, parte per parte, il libro del Bonfantini, occorrerebbe maggior spazio di quello di cui posso disporre. Dirò che il Bonfantini ha guardato con dise;ernirneuto a.Ua figura vissuta del poeta; spogliandola delle mascberatu~·e; e smontando i trucchi., cerebrali e perversi, con i quali il Baudelmre cercò di cammuffarsi. E ne ha rica– vata un'immagine di dolorosa nobiltà, che certamente risponde al vero. L'immagine d'una vita, inverniciata di « diabolismo >i; ma, in realtà, improntata di « tenerezza umile e grandiosa». ·E, d'accordo col Oroce, ha rilevato la novità delle idee estetiche, la sicurezza dei giudizi, la libertà nei confronti delle superstizioni roman– tiche, il profondo influsso del Baudelaire sulle generazioni successive. Quel che, nella vita vissuta era abitudine di mistificazione, sul piano delle idee, per un bisogno di coerenza forma-le, si rifletteva nella assun– zione, superficiale, di opinioni e paradossi che non è difficile dirimere. « Le temps n'est pas loin où l'on oomprendra qite toute littérature qui se refuse à maroher fraternellement entre la soienoe et la philosophie est une littérature homioide et suicide.» Non ci vuol nulla a trovare, in Baudelaire, frasi e capitoli in tutto contrari a questa solenne enun– ciazione d'uno degli scritti maturi (1851). Nell'urto e nella oscillazione fra il libertinaggio teorico, il cinismo,. e un sistema morale che taluno prese troppo alla lettera, -è tuttavia un punto di nascosto e costante equilibrio; nel quale molte convinzioni del Baudelaire assumono piena autorità. Di passaggio : mi sembra meno rilevante una osservazione del Bonfantini, circa il ritardo nella formazione del prosatore, in confronto al poeta. L'osservazione è, in sé, inoppugnabile; ma il fatto, connatu– rato alla stessa attività poetica, si riscontra in tante altre biografi.e e cronologie, da dover rinunciare a qualunque. illazione speciale. Traitando di F'leurs dit 1nal, il Bonfantini ha generalmente diretto l'attenzione sulle liriche che più meritavano; ed erano quasi sempre quelle dimenticate dal Croce. Non importa dire che, nel dichiararne le situazioni i versi più gloriosi, le invenzioni e i capricci dello stile, ha avuto modo di fare una quantità di rilievi interessanti. In alcuni casi, davanti alla intrusione di spunti rettorici, « satanismi >i forzosi, ecc., la ·decisa volontà di non concedere al meno buono, o al cattivo addiritt11;ra, BibliotecaG1hoBianco
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