Pègaso - anno I - n. 3 - marzo 1929

374 M. BoNFANTINI, Vita, opere e pensieri di Oh. Baudetaire leccava i baffi il furbacchione che si gustava le pernici e le trote. E la signora s't succhiava a oéchi bassi, i suoi oonsommés, le sue gelatiI).e. » Alla mensa del maestro, ospite e re, compare un giorno Edmondo De Amicis. E quale ritratto del De Amicis è vivo e pungente come que– sto ? « .... un omone vestito di nero con una certa garbata trascuratezza, collo largo, fiocco nero, baffi bianchi, gran naso, gran fronte, una testa ~ureolata di canizie abbaglianti, qualcosa che faceva pensare a Um– berto I, alla festa dello Statuto, al primo maggio. E ci sedemmo ~t me1;1sa• .tsanquilli come una famigliola onesta e lieta.... Volle veder la terrma, della minestra e se la fece portare al suo posto; E con un gesto patriar– cale che mi fece molta impressione si mise a scodellar la minestra (ri– cordo che il mio piatto fu l'ultimo) e non con la semplicità quotidiana con cui faceva la stessa cosa mia madre, ma sì come un rito .... » Quale critico ha detto di più ? E spesso così in questo libro; Ma– rino carezza e sotto la carezza si sente l'incrinatura dell'unghia. Un libro vario, libero, più ricco che sulle prime non. sembri. Il passar rapido degli ambienti, dei tipi, dei ricordi, giova a Moretti. Lo allon– tanano da quella certa compiacenza del grigio, un eccesso di- fedeltà, che è un po' il suo pericolo. Chi sappia leggerlo, in questo libro trova più che non vi sia detto. Ci sono scrittori che le loro estetiche, le loro arti poetiche, i loro programmi, tratto tratto nella loro vita sentono il bisogno di dirli chiari. Altri, i sentimentali i ritrosi, li nascondono. Qualche volta li nascondono sotto un libro di ricordi. Con che piacere Marino Moretti, ha passato qui in rassegna, ha pizzicato tutte le sue corde! Il libro ha un gusto di assaggio, di programma e sin di polemica, un sapor letterario, dissimulato ma più vivo che non sembri. Qui c'è tutto Moretti. Quando conobbe il De Amicis, che cosa sognava Marino mgazzo ? Che gli appoggiasse una mano sulla spalla, che gli dicesse : -'-- 'l'i riconosco. ,Sei tu. Tu prendera,i il mio posto. Tu scriverai un iibro più .commovente di Cuore.... - Marino fu deluso.· Quelle parole De Amicis non glie le disse, la successione restò scoperta. E.' il Cuore, se volete, lasciate}o lì: ci_son voluti però vent'a,nni per accorgersi che ciò che manca in quel libro sta tutto in una parola: la testa. E s'intende che Marino metta oggi l'occhio per quella strada. Altri forse ha più letteratura di lui, ma s'egli raduna le _forze sue, nessuno come lui ha senso di vita, bontà, e il dono che li vale tutti, la simpatia umana. Se fosse davvero Marino a darci finalmente quello che s'aspetta il « libro per tutti » ? ' PIETRO p ANCRAZI. MARIO BoNFANTINI, Vita; opere e pensieri di Ch. Baudelaire. - Edit. « La Libra», Novara, 1928. L. 10. - A parte i segni, subito evidenti, della minutissima preparazione, m'è piaciuta, in questo studio del Bonfantini, la costante chiarezza del di– scorso: Chiarezza le mille volte preferibile, anche dove può sembrare un po' ripetuta e dimessa, a quelle maniere allusive, misteriose, indi– rette, con le quali, in tanta critica contemporanea, vagamente si pro– pone più che non si dimostri; e si lascia supporre più che non si dica. BibliotecaGino Bianco

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