Pègaso - anno I - n. 3 - marzo 1929

C. PORTA, Poesie edite e inedite 365 creata; sono anche la testimonianza d'una dolce mania, un prontuario dovizioso di esperienza filologica, e il documento del cammino che il Leopardi sempre fece lunghissimo, qualche volta impigliandosi in quella selva, il più delle volte liberandosi a volò, e ad alto volo. Se il Moroncini, a pié di ogni pagina, di quel tanto cioè di testo che potesse a una sola occhiata figur/l,re col suo apparato critico, avesse disposta la intricata materia, ragionando, dov'era necessario, quel vario correggere e direi rieccitar l'ispirazione, dai minimi abbellimenti alle subite apparizioni ùJ poesia nuova, avrebbe, credo, aiutato a capire la ancora ignota grandezza delle Operette, più che non dieci tomi di critica estetica, troppo, ahimé, mancante oggi di filologia. Quelle note marginali, ad esempio, che noi in principio :i,dditammo, avrebbero avuto il loro giusto risalto, e quelle citazioni di scrittori fornito oltre tutto una ragionata storia della cultura del Leopardi in quel tempo, e della, sua maggiore o minor franchezza a usar la sua lingua e ad imprimerle lo stampo ·suo. Per un libro così, la fatica non sarebbe stata spesa invano. E sarebbe stata una bella lezione alla faciloneria corrente, e a quel credere, in fatto di poesia, a un nume ispiratore, per ·nient'altro che superba pigrizia. GIUSEPPE DE ROBIDRTIS. OARLO PORTA, Poesie edUe e inedite. Prima edizione compiuta a cura di ANGELOOTTOLINI. Prefazione di CARLO VrncENZI, 39 tavole e 93 illu– strazioni del pittore Gino Sandri. - U. Hoepli, Milano, 1929. L. 80. In una storia della nostra poesia dialettale, il Belli figurerebbe come il capo di una lunghissimà schiera di poeti· di ogni provincia d'Italia, come il progenitore e il maestro del quadretto di genere; il Porta stp,rebbe assai più solitario, circondato da pochi imitatori mila– nesi, lontanissimo dal poeta romanesco per la fisonomia dell'arte, che nell'autore d'El viagg de fraa Condutt è somma e nel fecondo sonettista ~ mediocre. La distanza si rivela anche nella diversa fortuna letteraria dei due poeti : scarse le edizioni del Belli, scarsi e superficiali gli studi sulla sua opera; più numerosi e più larghi quelli sul Porta, parecchie le edizioni, e non di rado curate come quelle di un classico. In un secolo il grande ambrosiano ha avuto una dozzina di ristampe, senza contare quelle parziali e quelle popolari: si aggiunga che Carlo Salvioni ha la– vorato lunghi anni per preparare un'edizione critica, che sarà com– piuta e pubblicata dal suo continuatore e discepolo Clemente Merlo. Quando avremo anche questa, la sua poesia sarà solennemente consa– crata in quel severo Parnaso che nessuno canzonò con tanta genialitlà eome l'autore delle sestine per il matrimonio di Gabriele Verri. Preannunzia quest'edizione il grosso volume che, a vent'anni di di" stanza, mi spinge a riesaminare la poesia del Porta: una raccolta di tutti i versi editi e inediti, con l'indicazione dei manoscritti e delle date certe o probabili, e con ·un glossario. I frammenti, in sé quasi tutti insi- BibliotecaGino Bianco

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