Pègaso - anno I - n. 3 - marzo 1929
• I .... G. LEOPARDI, Operette ~forali di chiarezza, ma che in un periodare come il suo, ricco di pause natu– ralmente avvertibili e direi cordiali, non era. necessario far cosi minu– ziosa, minuziosa e volontaria come, mettiamo, nel Manzoni. Pure, in principio, aveva cominciato con più libertà, e secondo il gusto tradi– zionale; poi, coll'idea cli meglio accompagnare la · variata armonia de' suoi periodi gra,ndi, sostituì alla virgola, quasi sempre, il punto e virgola, scandendo forse troppo la musica del s,uo mutevole discorrere; e creò impacci al lettore, con quelfacloprar che fece lo stesso segno non solo con un valore logico, ma figurativo, indicando il punto dove il periodo tocca il massimo di elevazione, per poi gradualmente discen– dere, sminuendo e alla fine spegnendosi. Ma resta questo il solo esempio di non toccata perfezione: nell'altro sempre corresse con certezza di rendirnento: e basterebbe, per persuadersene, confrontare la Gompa- · razione delle sentenze di Br. Min. e d{ Teofr. eco. con le Operette: e . forse per questo il Moroncini ve l'ha aggiunta in appendice. Fu· scritta nel marzo del '22, subito dopo composto il Bruto minore, a cui fu pre– posta nell'edizione bolognese delle Can.~oni. Le Operette invece sboccia– rono dopo lentissimo travaglio tutte il '24: e negli anni prima, pro– vando e riprovando di sulle pagine dello Zibaldone, aveva acquistato senso e coerenza a quel suo dolore mondiale, e s'era formate quelle idee intorno allo stile che sono tra le più preziose e vere dell'Ottocento; preziose, vere e libere. (Fòscolo solo aveva visto con lai stessa apertezza). Ma il '22, si può dire, éa ancora scolaro; non adoprava pàrola senza · dar la .testimoniamza de1 classici, non applicava forma nuova di liù– gu~ggi~, o giro cli discorso, senza -trascrivere a pié cli pagina, per SU() conforto, esempi scelti dagli scrittori, e dai più disparati. Come f,aceva_ per le contemporanee Canzoni del resto (non però per i çontemporanei primi Idillii - che è una riprova della differenza tra Canzoni e Idillii, e del valor limitato che ha il novissimo immaginato contrastò tra filo– logia e poesia in Leopardi), e come non fece più per i Canti, quand'ebbe acquistato il suo stile e trovato l'accento suo, e fece anche per queste Operette, una volta sola forse, scrivendo l'Elogio degli uccelli, tra le prose certo la più lavorata, e tutta composta sull'esempio e sul gusto degli antichi. Ma le note alla Comparazione sono fitte di richiami e di nomi, di quei nomi che poi ritroveremo nella Crestomazia : scrit– tori in gran parte minori, dove c'è più pascolo, sempre, a espressioll.i rare, a usi e costrutti studiati. Se ne possono citare trenta almeno, Cavalca e Passavanti, ma più tra i cinquecentisti, Caro, Nardi, m~mbo,. GiiJ,mbullari, Castiglione, Della Casa, .Varchi, Cellini, Firenzuola, Pal-' lavicino, .Speroni, Porzio, Tasso, regolari e irregolari, e indQtti e gram– matici; e anche poeti, Rucellai, Alamanni, Guarini, Ariosto, Baldi, e, del seicento," uno per tutti, Bartoli : anche questo come prova di quella libertà che sempre presiedette, nel Leopardi, a formarsi una prosa che è tra le più belle, non solo per accento interno, ma per quel variar melo- dioso del periodo che sembra svolgersi da un'anima commossa di poeta, non di scrittore ragionante . . , Se il. Moroncini avesse guardato all'ìmpa<:cio cor quale il Leopardi corresse questa prosa, e alla padronanza sem:prw certa con la quale scrisse e abbellì le Qperrette, sull'autografo nel giro di tre anni (mentre BiblioteGa Gino Bianco
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