Pègaso - anno I - n. 3 - marzo 1929
346 U. Ojetti Ora un poeta francese che è davvero un poeta e ama il nostro paese e ne conosce le bellezze e la favella, quando io gli ebbi cosi par– lato, per un momento si tacque, poi rassegnato mi sillabò un verso del • .Petrarca, che più appropriato non poteva trovarlo: Regn:ano i sensi e la r,àgione è 1Do1·ta. Ma subito lo spirito del dubbio lo riassali: - E la poesia? E l'arte ? E il giudizio critico ? E il giudizio morale ? Tornerete tutti a obbedire ai Gesuiti ? Non sto a dirle quel che risposi, e prima di tutto che la letteratura italiana e anche il pensiero dei secoli andati sono purtroppo più alti e memorabili cli quelli dei tempi nuovi (ma evitavo d'entrare nei par– ticolari perché, Gesuiti a parte, quell'affermazione valeva se restava generica, e proprio per Roma valeva pochino) ; e che la Chiesa, fermi i suoi èlogmi, sa indulgere ai tempi e ben l'ha mostrato nel Rinasci– mento, e .l'io undecimo, umanista, sa di quant'aria abbisogni la poesia. per respirare; e che ormai da molti anni, senza aspettare la Concilia– zione, anche in Italia la cultura laica e quella religiosa collaboraino cor– dialmente nella scienza e nella storia, fin nella storia della religione e del Papato, e il maggior esempio di questa collaborazione si vede in atto nell'Università de'l Sacro Cuore; e infine che· Benito Mussolini ha cominciato a formarsi cerebro e muscoli nel quotidiano scrivere sui gior;uali e, se è fermo nell'imporci una disciplina per quanto tocca i fondamenti della politica nazionale e il decoro morale dell'arte, non permetterebbe un giorno intrusioni maldestre e, magari fosse il Clitumno del Uarclucci, difenderebbe la libertà clei poeti senza un attimo di titu– banza. Conciliazione non è confusione. Il Papato condannerà com'è suo diritto; il Governo d'Italia permetterà com'è suo dovere. E Lei, se lo crederà opportuno, spieghel'à sulla Civiltà Cattolica i motivi della con– danna e difenderà le ragioni della fede; e noi qui, senza ira, difenderemo le ragioni dell'arte, se proprio ne saremo convinti, perché potrà ·darsi, come spesso è avvenuto da Da,nte al Manzoni, da Raffaello al Canoya, che anche a noi fede e bellezza sembrino due lati dello stesso volto, due raggi della stessa luce. E talvolta ci sarà caro educatamente discutere. Baudelaire, ad esempio, è o non è un poeta. m1ttolico ? Scrivo queste cose perché le domande di quel buon poeta francese, appena sono giunto in Italia, mi sono sfate poste da Italiani, e poeti ed artisti e studiosi, anche fedelissimi, al Governo nazionale, ci hanno chiesto di dichiarare qui l'opinione nostra ; ed essendo stato proprio in questi di pubblicato dall'Accademia della Crusca il bando di con– corso pel premio Rezzi, a leggere la clausola che le opere concorrenti dovranno « trattare d'argomento acconcio a migliorare i costumi e non avversare il sentimento religioso cristiano))' s'è veduto un tolle che per questo premio antidiluviano non s'era mai veduto. Badi : per le ragioni suddette io non ho timori e credo che tutto sarà in breve chiarito e civilmente sistemato; voglio dire, in modo che tra civiltà italiana la quale è ben definita ed attiva nel tempo e nello BibliotecaGino Bianco
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