Pègaso - anno I - n. 3 - marzo 1929
La Stella del Nord 341 Roberto con estrema jprudenza mentrJ cercava di modulare la voce cosi da renderla il più possibile inoffensiva. ' - In grande ? - chiese stupito il maggiore Iupiter : - Ohe cosa intendi per grande ? - Ecco, - balbettò sempre più timido il conte Roberto, vedendo il viso dell'aimico farsi seIDjprepiù buio, - io avevo di una miniera un'idea tutta diversa. - E in che modo diversa ? - Sì, diversa, nel senso, nel senso di più seIDjplice,più modesta. - Non capisco che cosa tu voglia dire precisamente, -:- sog- . giunse il maggiore Iupiter con un piccolo gesto d'impazienza. - Per cominciare, non avevo mai pensato, vedi, che occorresse proprio costruire di sana pianta un villaggio. - Ma questo non è che un !Particola.re! - esclamò il maggiore Iupiter. - Naturalmente, ma, se debbo esser sincero, neppure che oc– corresse costruire un bacino o incanalare un torrente mi era mai balenata l'idea. - E come si moveranno le tue macchine ? Le perforatrici ? Le filovie? - La verità è che, nella mia ignoranza, non credevo neippure che fosse indispensabile disporre di filovie e di perforatrici. - Straordinario! - esclamò il maggiore Iupiter. - Sarei cu– rioso davvero di conoscerla questa tua miniera! - Hai ragione di ridere di me, - disse mortificato il conte Ro– berto, - ma, per non nasconderti nulla, io vedevo una miniera alla buona, oh ! molto alla buona, dove alcuni uomini. ... - Saranno almeno minatori ! - Minatori, minatori senza dubbio, alcuni minatori al lume di una lampada, sai ? una lam1Pada ad olio o al carburo di calcio, battono con la mazza il fioretto o la barramina : quei ferri che, se non sbaglio, servono a !Praticare nella roccia i fori da mina. E poi, fatta brillare, dico bene ? la mina, si fa il resto con il piccone e il badile, caricando il materiale di scavo sui furgoncini a, rotaie e spingendoli bel bello fuori della galleria. Quanto al trasporto del materiale credevo che si jpotesse fare coi muli. Il maggiore Iupiter ascoltò senza batter ciglio questa breve de– scrizione e, muto, stette alquanto a contemplare il quadro dipinto con così poveri e scialbi colori dal suo amico Roberto. - No, - disse poi con accento sconfortato ma fermo, - su que– sta via non ti !POSSO seguire. - Non vorresti incominciare dal !POCO ? - Non ti dico: non voglio. Ti dico: non posso seguirti, - re- plicò il maggiore Iupiter, mentre sul suo viso si diffondeva una Biblioteca Gino Bianco
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy