Pègaso - anno I - n. 2 - febbraio 1929
210 U. Fracchia facciate timpani, bugne, colonne, balaustrate, bassorilievi, statue in false nicchie, e persino false finestre con false persirune soc– chiuse, dietro le quali occhieggiano false fantesche e pendono false gabbie con falsi uccelli esotici. Tutto questo è un miracolo del chiaroscuro e della prospettiva. Il maggior Iupiter sembrava col– pito da quelle bizzarre pitture, che in realtà non sono tanto spia– cevoli all'occhio di chi ne abbia fatto l'abitudine, e, fermandosi ogni dieci o venti rpassi, sorrideva, perché ve ne erano di così per– fette da trarre in inganno a tutta prima anche l'occhio più atteinto. Co,sì egli dimenticava un poco le angustie dell'amimo, che erruno grandi, e sempre più si allontanava dalla sua mèta. Si trovò ad attraversare un pontictllo vigilato da quattro rungeli di pietra, sotto il quale ,scorreva un fiume che sembrava piuttosto un torrente e che portava al mare le acque 1I1eredel tamno delle concerie. Ormai era quasi buio e incominciava a srplendere pigro qualche fanale. L'aprparizione di quei lumi destò i suoi primi dubbi. Si accorse finalmente di essere quasi solo in una strada silenziosa e vuota, tentò di leggere i numeri sulle porte, cercò invano una ta– bella con il nome della via. Vedendo un grande cancello aperto fra due alti pilastri, si avvicinò, s;e mai vi fosse qualcuno a cui chie- dere della Posta, e, con suo gra[lde stupore, lesse in una bella targa d'ottone il nome di « Villa Pepi)): il nome del suo a[ltico com– pagno di studi, o di un suo omonimo. Volle allora assicurarsi che il nome fosse proprio Pepi e non Pepe o Pepolo, e constatando che non s'era sbagliato, incominciò a- faliltaflt icare s u quel caso vera1IDentestrano. Dal cancello partiva un bel via.le, lun~o forse ccHt:) metri, spazioso, fia,ncheggiato da vecchi alberi, olud e pla- ta,ni che formavano come un gran pergolato, e in fondo sorgeva, nel verde di !Piante più basse, il caseggiato roseo di una villa. Di– nanzi aJla porta, ai piedi di una breve gradinata, stava seduto U1I1 signore che, data la di,stanza e la scarsità della luce, IIlOIIl si poteva vedere chi fosse. Si vedeva soltanto che non era giovane e che ve- -.. stiva un abito di tela d' Affrica molto guaJcito e stinto. Dopo aver aJquaonto indugiato sulla soglia del cancello, il mag– giore Iupiter, combattuto da mille dubbi e congetture diverse, mosse lenta:memte lulllgo il viale. Avvicinandosi, vide dapprima che quel signore ,portava in capo un berretto da marinaio con un fiocco rosso sopra il cucuzzolo. Vide poi che era di corporatura complessa, piuttosto grasso e membruto, e che, anche seduto, s'indo;vinava piccolo di sta.tura. Vide inoltre ehe portava gli occhiali sul naso e che il suo naso era voluminoso e assai rpiù colorito del resto del v:Ì!so,qua1I1tunquedue macchie rosse, sulla sommità delle gote, indicassero la sua 1I1aturasanguigna. Infine vide che, arricd01n,dosi i ba.ffibigi ,e corti, inarca,ndo le so!Pracciglfa., stralunrundo un paio BibliotecaGino Bianco
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