Pègaso - anno I - n. 2 - febbraio 1929

202 M. Castelnuovo - Tedesco Il solo musicista ì1el quale, se mai, mi sembra che l'opera di Bach abbia trovato echi relativamente profondi è il tedesco Hinde– mith. Ed è naturale : la tradizione di Bach, salda radice della mu– sica nazionale, non si è mai spenta nell'anima germanica; e ~cora ieri, pur nel dilagare della marea romantica, n'era vivo il culto nell'opera di Max Reger, che nasce appunto dal contrasto fra queste due tendenze. E da un contrasto simile scaturisce anche la musica di Hindemith : gli elementi sono questa volta la spiritualità e il severo stile di Bach da un lato, dall'altro la violenza ritmica e l'orgia timbrica dei primo Straw_inski. Poco conta se da un tale connubio, o piuttosto_contrasto, sorgano ipagine spesso spurie Pd imperfette; poco conta se Hindemith iporti l'ossessione della fol,'ma fino all'assurdo, fino a costruire intere scene della sua opera Car·– dillac (come già Alban Berg in Wozzeck) in forma di fugati, di pas sacaglie, di variazioni ; certo ne scaturisce una singolare perso– nalità, e in alcune pagine (le più lontane, per l'appunto, da ogni artificio formale e contr3ll)puntistico, come sono gli Adagi delle Sonate iper viola sola) senti veramente cantare uno spirito che da quello di Bach, << discende per li rami)). Tale si presenta, in sommario esame, la musica contemporanea sotto quell'aspetto che è stato definito, più _omeno esattamente, neo– classico ; ma se la denominazione può apparire erronea, il fenomeno che l'ha determinata è innegabile. Lungi da me la prevenzione di · voler svalutare questo movimento : ché anzi chiari ed apiprezzabili ne apipaiono i moventi (un istintivo bisogno di assestamento e di chiarificazione, l'aspirazione ad un'arte più serena ed equilibrata, il desiderio di costruire l'edificio mu~icale su -basi meno labili e provvisorie); e, nei resultati, esso ci ha dato alcune opere ammi- , revoli, ~d altre- sia pure soltanto piacevoli. Nell'insieme, a chi potrà giudicarlo da lontano con occhio pacato ed animo imparziale, questo periodo apparirà fecondo di opere armoniose e ben architettate, simile forse, sotto molti aspetti, al tanto invocato Settecento .... Ma c·.erto,in confronto al decennio precedente, così ricco di audaci con– quiste e di tentativi eroici, questo apparirà ipiù che altro come un periodo di industriosa attività e di tranquilla colonizzazione. Tuttavia esso mi sembra portare in sé le stimmate di un duplice errore. Il primo è stato di aver,pensato -ehe bastasse tornare a schemi tradizionali e consacrati iper imprimere all'oipera d'arte va– lore e suggello di classicità. No: la vera opera d'arte nasce in re– gime di libertà, non di c.ostrizione. Alfredo Casella, un giorno in cui parlavamo di quest'argomento, mi disse una savia parola : << Classici si nasce, non si diventa)). E se classica vorremo chiamare la perfetta e definitiva espressione di una personale intuizione mu- Biblioteca Gino Bianco

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