Pègaso - anno I - n. 2 - febbraio 1929

I Neoclassicismo musicale 201 . Anche il pia.noforte, nelle recenti composizioni, sembra- rinun– ziare alle ondate potenti e alle s0noritù, vellutate per assumere un timbro secco, taigliente, striminzito, simile a quello del clavicei:n– ùalo: :fioriscono le Sonatine, di sapore scarlattiano come quella di Mortari, o di un innocuo mozartismo come in Rieti e Poulenc. _ E l'armonia? Dopo l'avventura atonale e le molte esperienze politonali tutto si normalizza: la tonalità riafferma i suoi cardini sovrani, e sul cielo rasserenato del diatonismo torna a splendere, a guisa di aurora boreale, U più perfetto tono di do maggiore. Ma da tutto questo .... a Bach ancora grande è la distanza: nel movimento attuale (che abbiamo esaminato nei suoi vari aspetti: . della materia melodica, dello schema formale, dei valori timbrici ed armonici) tutto ci iparla della forma, nulla, o ben poco ahimè, dello spirito. Questo ritorno a Bach, o al Settecento che dir si vo– glia, si manifesta per lo più nel riassumere schemi e formule tradi– zionali, nell'usare con maggior frequenza procedimenti ed artifici contrappuntistici, spesso fra i più elementari. E se in musicisti - esperti e maturi come Strawinski e Casella questo può portare ad innesti ingegnosi e interessanti, ad opere equilibrate ed attraenti, ___, nei giovani meno abili e preparati, produce stenti germogli, esili esercitazioni scolastiche. Come dieci anni fa sembrava a qualcuno che bastasse diluire una serie di accordi evanescenti per creare un'atmosfera impressionista, cosi oggi c'è chi pensa che basti adot– tare una formuletta contrappuntistica per rientrare nella « grande tradizjone ». Dopo la scuola elementare della musica moderna as– sistiamo alla scuola elementare del neoclassicismo, ché la moda non è scevra di pericoli. Si ritorna a Bach ; ma ad un Bach, se è lecito dirlo,· minore: quello delle piccole Eu.ites) delle Fughette) delle Invenzioni a due voci ; e ben pochi osano ricordare le grandi composizioni organistiche, le Cantate, gli Oratori; e non pensano, ipreoccupati, come sono quasi tutti, dai problemi formali, all'altis simo significato di quelle pagine, le quali dovrebbero insegnarci che, se caduca cosa sono le forme, eterno invece è lo spirito. La nostra eipoca non ha anc6ra la sua Passione secondo San Matteo né la sua Messa in si minore. O ne sarebbero forse gli equivalenti il Roi Da– vid di Honegger e la Messa da Reqitiem. di Pizzetti? D'altra parte il mirabile salmo drammatico di Honegger, di uno stile, del resto, piuttosto composito, sembra più vicino al carattere maestoso e decorativo di Handel che al misticismo di Bach; e tanto Honegger quanto Pizzetti sembrano assai poco preoccupati delle mode e dei · ritorni, ma, chiusi nell'armatura di una sincera personalità, pro– seguono imipavidi e sereni per la loro via: la più sicura, probabil– mente, per giungere ad opere g-randi. BibliotecaGino Bianco

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