Pègaso - anno I - n. 2 - febbraio 1929
Una lettera di Oosirno I 191 cittadino di una delle più nobili e più antiche città d'Italia e non di qualche villa ... ; sempre non manco magnanimo e liberale che valoroso.)) Questi è suo padre, Giovanni dalle Bande nere, ehe « non fece però mai compagnia con bottegaio di sorte aleuna,. né fallì finalmente, volendo di pizzicagnolo t:i oste doventare mereante; come è intervenuto a qualcun altro, nonostante il titolo e nome di duca.)) L'invettiva sanguinosa, dopo aver colipito un uomo, doveva inve– stire, e con più forte ragione, una donna, la madre. Ohe il duca di Ferrara si vanti di aver [Potuto prendere in moglie una principessa di sangue regale è vanagloria sciocca, perché tutti sanno che << le donne, il più delle volte, si maritano non secondo i meriti e qualità loro, ma in quel modo che le possono e che torna a proposito di chi ha fa cura del maritarle, bene spesso abbassando molto della condizione e grado loro: )) E tale è il caso di << quella nobilissima signora)), verso. la ·quale il marito, come è noto, ha tenuto e tiene così sinistri e biasimevoli modi da dimostrare a tutto il mondo n;ianifestamente << o di non reputarla per tale quale vera– mente è e qu,ell'ambasciatore dice, o di non essere lui degno di tale compagnia.>> Ad ogni modo, non può il duca di Ferrara fondar tanto la sua nobiltà nella moglie « che non si tenga alcun conto della madre.>> Con queste iparole sembrò al segretario, che aveva steso il primo abbozzo della lettera di aver fatto una più che chiara allusione alle spregevoli origini di Lucrezia Borgia; ma Cosimo non ne fu abbastanza contento e aggiunse di suo pugno la frase infamante : cela qual fu figliola di prete. >> Tratto scortese e volgaruccio, da uomo non educato alle raffi– natezze dei costumi cavallereschi. Ma la cavalleria è morta oramai e rivive ipocritamente camuffata in cortigianeria. Cosimo lll.O~ vi si adatta mai. Figlio d'un soldato, è spregiudicato come un soldato f, quando lo prende l'ira, gli ribolle nelle vene il sangue della nonna paterna, Caterina Sforza, che dai merli della fortezza di Forlì, alla minaccia némica contro il frutto delle sue viscere, rispose con un gesto osceno, tra l'eroico e il folle, quale mai s'era visto e nessuna donna mai riipeterà al mondo. ' · Non le donne che entrano in una casa, continua Oosimo, recano _lustro, ma sì quelle che ne escono iper entrare in case maggiori. Sotto questo aspetto, i Medici avrebbero di che gloriarsi; ma << cotesto uomo, quantunque arrogante e insolente, con lo exemiplo d'una sola dovrebbe tacere. )) L'una sola, senza che egli specificasse altro, era là nella Corte di Francia, moglie dell'erede al trono e (questo certamente Cosimo non poteva prevedere) sarebbe diventata un giorno la grande Caterina regina. Gli Estensi si facevan vanto anche di duchi, marchesi, signori BibliotecaGjno Bianco
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