Pègaso - anno I - n. 2 - febbraio 1929

Una lettera di Cosimo I interesse per il fatto in sé, che, visto esteriormente,' si riduce a;d un puntiglio di cerimoniale ; ha interesse come significativa rivela– zione di una volontà indocile che, rompendolà con tutte le tradi– zioni consacrate dall'uso, pretende di sovrastare a chi si fa forte della nobiltà delle origini. La pretesa implica un dO[)pio rivolgi. mento : la jpreminenza del valore personale e delle opere sùlla vana– gloria del sangue; la vittoria della nobiltà nuova, quella di Comune e tutta nostra, sulla vecchia nobiltà feudale· di origini franche 'e germaniche: Questo particolare di sostanziale importanza non hanno visto gli storici, sebbene lo stesso Cosimo lo abbia manifestato senza sottintesi in una deliziosa lettera. Qui abbiamo l'altro Cosimo, quello della politica estera, ugual– mente risoluto, franco di' parole, sfrontato anche, pur sapendo che gli sta dinanzi F:i:ancesco I, re di Francia. Audacia e imprudenza giovanile ? Forse, perché egli non ha che - ventisei anni, ma otto anni di governo lo hanno temprato alla vita pubblica e gli hanno insegnato che la maniera forte giova più della, maniera debole, del farsi piccoli e del ipiatire dinanzi ai potenti. Con la maniera f6rte egli aveva potuto ottenere, qualche anno prima, che il Pajpa risolvesse a suo favore la condizione di possesso e di fatto nella questione di precedenza con gli Estensi, lasciandola impregiudicata sul diritto e sul merito; ma non si era acquietata la 1parte avversa, che, nella Corte del re di Francia, andava brigando per conservare le vecchie posizioni. La notizia, giunta ana Corte medicea non per informazione di– retta, ma con molta probabilità per via di corrispondenza intercet– tata (il sistema era molto in uso e non suscitava, specialmente se c'er!l, di mezzo la ragion di Stato, scrupoli di coscienza), eccitò l'ira del duca, SO[)rattutto per i motivi addotti dall'Estense a sostegno dei suoi pretesi diritti conculcati. Alla controversia era stata mutata natura : _non si dis~uteva - più se certi privilegi competessero al Principe mediceo come suc– ~essore del governo repubblicano, ma se quei privilegi jpotessero spettare ad un Medici in confronto degli Estensi. La questione <la politica si era trasformata in persònale e i diritti del nuovo Stato -erano contestati con l'argomento delle modeste origini del suo Capo. L'homo novits ne rimase profondamente offeso e lo sdegno si converse in ironia mordente, in_rintuzzamen.ti ingiuriosi e, per contrapposto, in una difesa solenne delle virtù della propria stil'[)e. Il re di Francia si trovò dinanzi un principe di stampo nuovo che, abbandonate le untuosità diplomatiche, parlava un linguaggio mor– dace, aspro, imperioso, come quello che usava con i suoi uomini -di Corte .. La lettera, scritta il 30 maggio 1545 all'ambasciatore Bernardo Bibli-oteca Gino Bianco

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