Pègaso - anno I - n. 2 - febbraio 1929
Un episodio inedito dell' « Orlando Furioso >l 181 molto bene e leggiadramente; se non che, purtroppo, l'episodio resta in tronco, e l'ottava quindicesima non termina nemmeno: il tempo ba ta– gliato (ma è stato poi il tempo?) peggio d'un fabbricante di dischi fo– nografici. Certe grafie latineggianti: expeàiva, exhortanào, exprirna, ecc.; il dire 1 sempre il scitdo invece di Zo scudo; questi pure sembrano indizi, che l'episodio d'Elisa sia composizione anteriore all'ultimo decennio di vita e d'arte del poeta sovrano. Il quale noi risalutiamo con i versi gloriosi del poeta, che, se non cantò la bellissima giovin regina, cantò dolcemente il buon vecchio re di 'l'ule: coi versi che quasi chiudono il primo atto del Torquato Tasso del Goethe: Wie die Natur die l!nnig reiche Brust Y:it einem gr!inen bunten Kleide deckt, So hlillt er alles, was den Menschen nur Ehrwiirdlg, liebenswlirdig machen kann, I·ns bllihende Gewand der Fabel ein .... l'erfino la pazzia, gettandosi furiosa a percuotere la sua ben accordata, cetra, ne trae i più armonici ritmi. EMIDIO PIElRMARINI. NOTA.- Ho trugato anche nell'Ariosto spurio: nelle ottave del cosi detto Ri– naldo Ardito (Frammenti inediti, pubblicati sul manoscritto orig!,nale da I. GIAM:· PIERI e G. ÀIAZZI, Firenze, Tirp. Piatti, 1846, !n-8°, pp. XXVI-119). L'ottava datn come saggio di scrittura del poeta (p. xxvI) già distoglie dal leggere, perché il carattere aippare sùbito non essere quello dell'Ariosto; senza dire che pochiseimo persuade tutta la storia del ritrovamento. Le ottave poi (Dio abbia perdonato agli editor.i) paio1Do belllsi d'un illilitatore dall'Ariosto; ma d'an imitatore non molto colto, né troppo esercitato a !ar versi, e indegno per ogni rispetto, pur lasciando da canto la trlv!alltà delle invenzioni. E. P. BibliotecaGino Bianco
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