Pègaso - anno I - n. 2 - febbraio 1929
180 E. I'iermarini incanto inatteso. La giovine sommessamente narrò all'imperatore at– tento, d'essere stata cacciata, dal suo regno lontanissimo, insieme con quel suo fratello, Uberto dal Leone, e che erano giunti fino a lui attratti dalla sua gloria e da quella dei suoi paladini; e che Uberto, per acqui– star fama di prodezza, avendo saputo della giostra, avrebbe voluto com- . battere successivamente con ciascun cavaliere, cristiano o saracino, e che chiunque fosse da lui scavalcato, fosse lor prigioniero, e chi invece riuscisse a scavalcarlo, avesse in premio lei stessa. Era Angelica. E mentr'ella attende la risposta imperiale, rimanendo in ginocchio, tutti, giovani e vecchi, cristiani e infedeli, si sentono terribilmente presi d'amore per lei: prima di tutti Orlando; ma anche il vecchio duca Naimo, e perfino lui, « il re Carlone », il quale accetta con giuramento i suoi patti. E, quando dovette stabilirsi l'ordine del giostrare con Uberto, fece buttare anche il suo nome nell'urna d'oro; e il fanciullino che traeva le sorti, l'estrasse ottavo campione. Ma il mago Malagise, - da quattro demonii evocati con il suo libro magico, seppe, senz'indugio, ch'era tutto un perfido incantamento di Galifrone re del Cataio, che aveva spedito, a far prigionieri quanti più cavalieri potessero, i figli A~– gelica ed Argalìa, il quale non era affatto Uberto dal Leone. E questi, fra l'altro, avevano portato con loro un anello fatato, tale che .... sua virtù facea l'omo invisiblie, se al manco liato in bocca se portava; portato in dito, ogni incanto guastava 1 ). Anche nell'Ariosto, unili donna d'insuperabile bellezza d'un paese re– motissimo, più lontano ed isolato del Cata.io, dovrà essere premio al più prode cavaliere : e ciò per effetto d'un'incantagione fatta da Alcina, a discordia e rovina impreveduta dell'esercito di Carlo Magno. Ma a parte questo spunto, com'è bellamente originale messer Ludovico! C'è tanta lieta pace intorno a Carlo Magno, ed Orlando e Rinaldo grandeg– giano tranquillamente sazi di gloria. Da un'isola sperduta nei mari, circonfu_sa di misteri soavi, giunge una gentile, eletta messaggera, con un gentile corteggio; e parla dolce ed abile, tutta nobili sensi. Non chiede pietà, non sfida i valorosi; parla di gloria d'armi e d'amore vir– gineo e regale. Carlo ascolta, ei risponde, da savio imperatore, affabile e dignitoso. Intorno ai designati illustri all'onor dello scudo e della bella mano della regina Elisa, la corte, la nobiltà, e per,fino la plebe, narrano, descrivono, commentano, parteggiano per l'uno o per l'altro; ciascuno esalta il suo eroe con l'ammirazione e con l'affetto, lo difende come può, anche cercando maliziosamente di mettere in burla il rivale, scherzando su la predilezione di Carlo per il nipote Orlando. Tutto 1 ) Orlando Innamorato di MATI'EO MARIA BOIARDO, riscontrato S\Ù codice trivul– ziano e su le prime stampe da FRANCESCO FòFFANO, vol. I (Bologna, Romagnoli-Dal– l'Acqua, 1906). BibliotecaGino Bianco
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