Pègaso - anno I - n. 2 - febbraio 1929

174 Un episodio inedito dell' « Orlando Furioso >> 11 verso 6 dell'ottava 61 già nell'autografo è tra parentesi: (ancor che con gran danno di aue genti) Flt. 67, V. 2: novo nodo ,9t. 68, V. 5: di novo St. 70, V .. 1i: ,.,--- di novo St. 67, v. 4: Grifo .A.nselmi, Falcon Gi·ni e Gina.mi St. 67, V. ,5: lieta fronte nùovo nodo di ·nuovo di nuovo Anselmo, e con Falcon Gini e Ginami un'altra fronte l)are preferibile lieta fronte; sebbene sia bella anche l'espressione it-w'al– tra fronte: una fronte che voleva esser lieta, ma 110nci riusciva berle. St. 68, V. 4: e li commun et i commun St. 70, V. 1: Dove Ove L'ultima carta è ingiallita, rugginosa, testaurata, con molteplici bucherelli e forellini di varie forme, che talvolta rendono difficile, e per– fino impossibile, la lettura intera dei versi. Sono quindici ottave, come bo detto, e l'ultima mancante dei due versi ùi chiusa : ottave, senza titolo né altra indicazione, non comprese nel Furioso, e nemmeno nei celebri (Jinque canti fatti pubblicare la prima volta in Venezia (Manuzio) nel 1545 dal figlio Virginio, e da ultimo, ch'io sappia, r~pubblicati in Lanciano (R. Carabba) nel 19,15 da A. B. Baldini, di sul manoscritto del fratello Gabriele, donato nel 1912 dal prof. Taddei alla Comunale ferrarese. Il Padiglione, non trovando· queste benedette ottave nel Fu– rioso, forse non frugò neppure nei Cirirquecanti, ed usci in un'asserzione curiosa, che cioè le ottave della terza carta appartenessero a vari luoghi del poema. Ma il bravo don Carlo, che aveva fretta di proseguir le sue fatiche erudite, prese un aobaglio un pochino comico; se pure non disse una bugìa. Le 15 ottave, sebbene non tutte condotte alla somma perfe– zione, narrano, con la solita grazia viva, maschia, serena, armoniosa, dell'Ariosto, con quei suoi intelligenti sorrisi senz'odio, un ignorato episodio: l'ambasceria inviata a Carlo Magno dalla bellissima Elisa, re– gina dell'isola sperduta, di là da Tule, nel mare. Eccolo, con grafia am– modernata e punteggiatura mia, seguendo l'uso· dei valorosi editori del– r Ariosto, ultimo di. teinpo il Debenedetti: accorgimenti filologici usati, ùel resto, com'è noto, dai migliori editori di scrittori antichi, che non si propongano l'.iproduzioni paleografiche, pur rispettando al possibile la veneranda patina dei secoli, traverso la quale si svela luminosa e tutta un sorriso, la poesia immortale. Possiamo intitolarlo : BibliotecaGino Bianco

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