Pègaso - anno I - n. 2 - febbraio 1929

Poesia letta e poesia ascoltata 159 gini remotissime ha il mutamento : im.comincia, si può dire, col pre– cetto dell'oracolo delfico; si accentua con la rivoluzione filosofica di Socrate, il quale nega se stesso a ogni partecipazione della vita pubblica; si determina parzialmente con la disciplina stoica e con l'ascetismo epicureo; trionfa coil1la religione nuova di Cristo; si teorizza in sistema con la filosofia moderna. Sono voci tra le più antiche e solenni di queRto mutamento le Meditazioni di Marco Au– relio e le Confessioni di Sant' Agostino. E l'anima sembra più cu– riosa e ansiosa di affondare e profondare sé in se stessa che di estendersi e di espandersi fuori di sé; e la cultura si fa più intima. più di realtà interne che esterne; e l'uomo c3JPisce che se punti di contatto vuole avere cogli altri uomini, questi egli può ricercare e ritrovare guardando unicamente in se stesso, dove unicamente ri– suonano, se ascoltate, vicine o lo[ltane, le voci di quella fraternità umana che non ha limiti di spazio né di tempo, non ha frontiere di ' secoli né di regioni. La poesia esprime taluna di queste/voci; ed è considerata più come espressione di sentimenti che come esposizione e rappresentazione di fatti; ed è ricercata e amata più come con– solazione che come gioia. Rimane tuttavia nei secoli, fin quasi all'età moderna, per lun– ghissima tradizione scolastica e retorica, la dottrina di Aristotele che poesia è mimèsi ; e tuttavia prevale, nella considerazio111e dei poeti medesimi, la poesia di stile eroico e solenne, epica e tragica, : e Catullo chiama nngae le sue poesie e giudica come un z,nsns, come un gioco di raffinatezze di spirito, il suo lèpido libro; e Francesco Petrarca a un suo grosso e greve e macchinoso poema latino sembra dovere la corona di poeta sul Campidoglio, piuttosto che alle Rime del suo canzooiere immortale ; e queste stesse sue Rime, che sono la prima e più ampia e aereata manifestazione lirica dell'Italia nuova, egli nemmeno concepì come liriche, bensì come un poema mistico religioso saldamente e unitamente annodato e costrutto. Ma so1110 residui, come dissi, di vecchia tradizione scolastica e retorica. E già la poesia latina è fondamentalmente diversa dalla poesia greca, imbevuta com'ella è, massime nei poeti elegiaci, di accenti e motivi intimi e personali; e la Eneide di Virgilio, il poema omerico la– tino, è ricchisi:;ima di una ~iritualità e sensibilità che sembrano nostre e moderne. E allora anche le nngcie e le rime e le canzoni, e insomma la lirica propriamente detta, salgooo ai fastigi della grande poesia; perché le esigenze spirituali sono mutate e si sono mutati cqn queste anche il sentimento e la valutaz;ione della poe~ia in se stessa. La valutazione, dico, e il sentimento della poesia : i quali si riflettono, necessariamente, anche su la poesia classica greca. Anche nei drammi e poemi di Grecia noi guardiamo oggi con 'bliotecaGino Bianco ,

RkJQdWJsaXNoZXIy