Pègaso - anno I - n. 2 - febbraio 1929
I. 158 M. Valgimigli parazione con la poesia drammatica : questa) tragedia e commedia,, era al sommo; immediatamente dopo, la poesià epica omerica; successivamente, altre forme, tra le quali anche talune forme di lirica, ma solo in quanto forme di Urica il1arrativa, espositiva, mi– tica, parzialmente mimètica e drammatica,, come il ditirambo e il nòmo. La lirica propriamente detta, la lirica soggettiva e personale quale intendiamo noi, e che pur ebbe tra i Greci luci di prima grandezza come Archiloco e Alçeo e Saffo, da codesta poetica era ('SClusa. Archiloco valse sopra tutto come poeta di miti : per questo fu !Paragonato a Omero; non perché poeta di Licambe e di Neo– bùle. E in gooerale tutti i poeti lirici valsero come poeti in quanto fossero anch'essi poeti di miti, ~ella stessa linea e Ili1isura dei poeti epici e drammatici. Se veramente il poeta è mimèta, disse Aristo– tele, egli deve parlare in persona propria, afnoç) il meno possibile; altrimenti non è mimèta; e quindi non è poeta. ' Questa dottrill1a che parve e fu interpretata come la iniziatrice e la classificatrice dei diversi generi letterari, in verità questi generi letterari e poetici ridusse a uno Rolo, il dramma. Anche noi oggi abbiamo abolito queste varietà; e tutte le forme di poesia abbiamo ridotte a una sola: se non che quest'una è proprio quella che Ari• stotele bandì ed escluse; per noi, oggi, poesia, e qualunque [)Oesia, è intuizione lirica creatrice. Gli antichi tutto pareva che volessero ei;;teriorizzato, tutto fuori del soggetto, e tutto colorato e animato di mimèsi drammatica ; e noi tutto vogliamo dentro il soggetto, e tutto vediamo colorato e ai:iimato di fantasia lirica personale, anche 'l'epica, anche il dramma. È un capovolgimento radicale. Il quale ha toccato e raggiunto, con l'estetica idealistic_a moderna, la sua espressiollle teorica maggiore. Ma come hl estetica aristotelica fu la espressione teorica di una' pratica d'arte già da tempo nota e pregiata e diffusa, e la riduzione e sistemazione illuminata e consapevole di sentimenti inconsalPevoli e oscuri; così la estetica moderna riflette a sua volta, nei rigua-rdi della creazione di arte e quasi conclude teorizzandolo, un muta– mento profondissimo che si era insinuato e aveva operato da secoli nella coscienza dell'uomo. Dall'uomo che massimamente fuori di sé vive la, sua vita; che massimamente fra gli altri uomini, nella città e nello Stato, trova le ragioni e le passioni, e le forme e i modi e i contrasti di codesta sua vita; nasce l'uomo che in se medesimo si piega e si raccoglie e guarda, e in se medesimo considera le ra– gioni e i modi e i contrasti della propria umanità. Dall'uomo della, strada e della piazza nasce l'uomo della casa; dall'uomo che parla a voce alta e ama ascoltare altri che parlano a voce alta, nasce l'uomo che parla tacito con se stesso, e anche della parola altrui sembra preferire la voce éhiusa e raccolta nel libro silenzioso. Ori- BibliotecaGjno Bianco
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