Pègaso - anno I - n. 2 - febbraio 1929
Gli ultimi giorni di Giovanni Segantini 151 tamanti che era il consigliere della sua cultura. In quell'assopi– mento che macina immagini corrotte e parole, gli par di aspettare qualcuno che tarda. Ed ecco si ode bussare in piena notte alla porta del Rifugio. Quella che gli altri attendono, non busserà. Nessuno apre. La Baba guarda l'orologio: il tocco. Poi i colpi si ripetono e tirato il paletto appare una donna col cappuccio e il mantello foderato di pelliccia, preceduta da un portatore con la lanterna. È la princi1pessa Bibesco salita affannosamente da Pon– tresina. - Est-ce qu)il est mort ? - Sss! Ssi;;! - Mon ame m)a dit gu)il venait de mo11,r·ir, - Sss ! Sss ... ! Qualcuno è :salito per la scaletta ad anm~nciare l'inaspettata visita a Segantini. Egli dice soltanto: - Passi. Bisogna essere gentili con le signore. Quando la principessa ridiscende, le viene offerto un caffè. Si rattizza il fuoco, gli scarponi fumano davanti alle braci. La bionda signora Bice dagli occhi chiari, dal viso illividito dalla veglia, non parla. Qualcuno si volge alla Bibesco : - E voi che gli avete [)resagito la vita del Tiziano ! Si giustifica con un fil di voce : - Avevo letto novantanove. Per non dirgli che le linee della mano gli predicevano la morte nel novantanove, ho dovuto mentire. D'un tratto Segantini usci come Lazzaro dal sopore mortale per dire : - Voglio vedere le mie montagne. - Fu accostato con fatica alla piccola finestra. Lo sguardo che si spegneva, percorse dall'ombra la bellezza immortale del mondo. Nella notte del ventotto, alle undici e mezzo, spirò. Allora furono spalancate per un momento porte e finestre e fu acceso un falò. Il cielo spazzato dal vento del nord era nitidissimo e dentro vi - si intagliava la geometria solida delle cime. Le stelle parevano ipiù misteriose e splendenti, come quando si contemplano la vigilia della battaglia tra /Presagi di vittoria e di morte. Ma gli aspetti notturni delle montagne erano tremendi : il Bernina accigliato, il Korvatsch tetro, il Morteratsch spettrale. Così si attese l'alba, l'aurora. Il mondo dell'alta montagna era morto: le voci dei rigagnoli e dei torrenti ra(J'(J'elate· il fischio delle marmotte, lo squittìo delle .pernici, il canto 0 dei galli cedrone, tutto !':lpento: i campani degli armenti e dei greggi svaniti. A poco a poco il candore delle vette distende il suo alone sulla
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