Pègaso - anno I - n. 2 - febbraio 1929

Gli iiltimi giorni di Giovanni Segantini 147 A un punto Segantini divenne più gaio : - Alberto, non mi hai chiesto notizie dell'oroscoipo. Sai che mi ha predetto la principessa Alessandra ? - Non so? Ci credi? Per me sono ubbìe da donnette, di quelle che vanno a consultare la sonnambula al Tivoli. - Amico mio, se ti avesse fatto un pronostico tanto lieto ti fregheresti le mani. Alberto rise. - Molti « bugardani )) ? . - Molti. E molti anni per guadagnarli e per goderli. Il denaro è il concime della vita. Una vita lunga come quella di Tiziano. - Sta bene : allora ti aggiusterai coi miei eredi e mi auguro che tu non debba tempestarli ogni momento per ottenere i dovuti « ruspini )). Si rise. Ogni ombra era sparita. Il vento aveva levigato il cielo sereno .cancellandone le sbavature di nebbia. E fecero ancora molti progetti prima di lasciarsi. Giovanni non parlava ormai più del trittico che poteva considerarsi finito e, quasi, venduto. No: bisognava iniziare una nuova era col quarantunesimo anno. - Sarei gitmto, - diceva, - secondo i miei vecchi calcoli alla l......._ fine del mio principio e al principio della mia fine : io credo d 1 aver studiato tutte le cose della terra e di avenie comprqso il 1:,ilore estetico spirituale: e dai quarantuno ai novantanove .... Sì. Un 1 artc più religiosa, meno panteista. Penso a una storia del cristi~nesimo. Grandi tele. Basta coi quadretti. E ho già tracciato l'abbozzo di un'Adorazione dei Magi. Quanti soggetti! La prima idea mi è ve– nuta l'inverno scorso mentre mi tormentavo per i disegni della Bibbia di Amsterdam. Suonarono le tre. Erano giunti al bivio. Un abbraccio, due baci, poi : addio, addio ! Il rumore degli scarponi e dei baiotoni fer– rati che misurano i primi passi. Grubicy si volse ancora, apparve nel sole il viso forte dalle mascelle robuste, dai baffi neri sopra i quali parevano sporgere gli occhi castani; un sorriso illuminò la fisonomia dura. Segantini rispose con un «ciao)), e via. La bellezza del paesaggio aspro, l'aria frizzante, il ricordo del pronostico e di tanti bei sogni gli rallegravano lo sipirito. Cam– minarono tre ore in silenzio senza accorgersene. Mario si lamentava un po' nell'ultimo tratto perché si sentiva stanco, e tormentava la Baba. - A momenti ci siamo ? - Ci siamo ? - A momenti ci siamo? Si vedeva un falò risplendere e scomparire secondo le svolte. Improvvisamente si udirono i portatori gridare all'uso alpino : _ Oh! Oh! Ohoo ! - per festeggiare gli arrivati. BibliotecaGino Bianco

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