Pègaso - anno I - n. 2 - febbraio 1929
140 Lettere di Ferdinando Martini a Matilde Bartolommci Gioli Matilde, le difficoltà che mi circondano,· gli ostacoli che ho da •vincere do1Po,me lo lasci dire, tant'anni di governo militare che è, lo creda, il pessimo de' governi ! (e se i Francesi lo desiderano buon pro lor faccia). A ogni modo io non dispero di vincere diffiT coltà ed ostacoli. Intanto, questo posso già dirlo, ho posto fine agli sprechi ; e da che son qui, otto o nove centinaia di migliaia di lire che si sipendevano inutilmente ho provveduto affinché si rispar– mino : ed è nulla rimpetto a ciò che si può fare. Cecco lo vorrei qui. Non mancano qui né i motivi né il sole. Ieri sono stato a far visita al Naib di Moncullo, che è quanto dire, a uno dei grandi del paese, la cui famiglia fino all'occupazione egi– ziana ebbe dominio per tutt~ quanta-la costa che limita oggi i nostri possedimenti. Era preparato un ricevimento, o come qui dicono una fantasia enorme : danze di sudanesi, giuochi di somali, di abissini, di arabi dell'Yemen ; c0me spettacolo qualche cosa di meraviglioso: due o tremila !Persone in una vastissima pianura sabbiosa, mezze nude, mezze COIPertedi indumenti a colori vivi, e donne colme çli ornamenti d'oro e d'argento, avvolte tutte quante nella luce del sole tropicale : che quadro ! Ma.... i quadri di De– camps piacciono al Luxembourg; quando si viene qui, si capisce che il sole d'oriente non ha ancora trovato pennello che lo ripro– duca. Aspetto dunque il suo libro 1 ) ; me lo mandi, badi ; se ne ricordi. Ha l!!.tto la Città Morta? Pensare che s'è lavorato tanto per la verità e ritrovarsi a sentir la gente parlare a quel modo! Se quello è un dramma, io ·son Papa. Ho letto in un giornale che il pubblico, per bene intenderlo, dovrebbe avere la chiave. Io se fossi nel D' An– nunzio non gliela darei: con que' drammi e que' 1Pèrsona,ggi le chiavi in teatro sono pericolosissime. La lascio, cara signora Matilde, sebbene a malincuore. Efo-ri– verle spesso posso: non lungamente, perché ho troplPo da fare. Lavoro dodici ore al giorno e non riesco a sbrigar tutto con la sollecitudine che vorrei. E con questo clima. Oggi il termometro non segna che 30 gradi, ed è un refrigerio. Ma alla metà del mese vado sulle montagne. FERDINANDO MARTIN!. 1) In Toscana (Firenze, Bemporad, 1899). BibliotecaGino Bianco
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