Pègaso - anno I - n. 2 - febbraio 1929
I' a Matilde Bartolommei Gioli 135 una fascia, e invece di mandare le bozze verrò io con le bozze e tutto. E lei si sottoporrà allora a quattro o cinque ore di audizione al giorno, per due giorni consecutivi. La mattina di levata mi ' raccomando : son cose che non si possono fare se non quando di dormire si è sazii. · Monsumrmano, 18 ottobre 1R91. Lei ha perfettamente ragione quando dice che-in certe cose mie, delle ultime, c'è un po' di sussiego: non in tutte, bensì, anche se– condo _il suo giudizio, perché tra gli scritti del Di palo in frasca 1 ), guardi le date, ve ne sono di recentissimi. Nella prefazione al Giusti: ma se non il sussiego, la sostenutezza fu vol1da 1 per non parere di fare a chi più corre col Giusti e con la sua iprosa disin– volta, forse, in qualche luogo, anche troppo. Ma, cara signora Matilde, lasciando stare la sostenutezza, il sussiego e la pedanteria che non ci debbono essere, con quella prosa del Fanfitlla della Domenica il libro sull' Affrica, creda, non si scrive: è troppo povera di vocabolario; e qui si tratta di de– ·scrivere; e, noti, di descrivere perché altri vegga: il mio mag– giore contento sarebbe che, se si farà in seguito una edizione illu– strata del libro, il disegnatore non avesse schiarimenti da chie– dermi. Monsummano, 31 ottobre 1892. Quel che mi dice d'E. mi fa paura: perché vecchio sono an– ch'io, e intelligenza non dirò superiore, ma un po' più della vol– gare anch'io l'ho. Se mi capita addosso il malanno, non escluso, di innamorarmi, mi seccherebbe assai di diventare avec sospettoso e maligno. Io non credo che il male stia nell'amore, per quanto il bene non ci stia di certo : credo che, per E. e gli uomini della sua età, stia in quella specie d'amore. I lucidi intervalli agli uomini intelligenti vengono sempre : e non è possibile che E. non ·senta che una ragazza di diciotto anni non è o non durerà ad essere innamorata di lui; non è possibile che non senta molte altre cose che dicerto lo conturbano e che io non voglio analizzare. Deve es– sere geloso: perché, in fondo, nella gelosia c'è sempre un amor ,proprio acuto : la paura, cioè, della propria inferiorità fisica o morale nel paragone che la persona a cui si vuol bene può far di ·noi con altri. E. deve sentire che un giovanotto di vent' anni è più bello e più amabile, nel lato senso della parola, di lui; e deve intendere che la superiorità morale non è martinicca adatta a trattenere quella puledra il giorno in cui si mettesse a scorazzare 1) Modena, Saràsino, 1891. BibliotecaGmo Bianco
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