Pègaso - anno I - n. 2 - febbraio 1929

a Matilde Bartolommei Gioli 133 Roma, 4 marzo 1890. Ma perché Lei voleva una mia conferenza, eccola : gliela mando : è una conferenza sul Giusti, sul Guerrazzi, sulla Toscana de' temipi loro 1 ): dura qualcosa più d'un'ora; ma c'è questo vantaggio che si ,può lasçiarla in tronco quando se n'abbia abbastanza. Desidero, sul serio, ch'Ella legga il volume al quale ho dato quante più cure amorevoli potevo : se non sono arrivato a scrivere un po' meno male questa volta, non ci arrivo più. Dunque legg3i e poi mi dica l'opinione sua. Se la roba mia non le ipiace, si compenserà leggendo la prosa del Giusti. Io mi sono studiato di descrivere la Toscana vera quale fu dal '15 al '48: senza ipreoccupazioni ~olitiche che oramai si possono lasciare da parte. Ci sono riuscito? That is the question. Verrò presto a Firenze : ma che vuole ? Ho da sbrigare parec– chi lavorucci, dare una pulita a un volume di saggi critici, alcuni de' quali o rifatti o inediti, e che vorrei metter fuori presto, e finire un altro volume tutto nuovo di zecca da uscire in Settt'mbre. E ci ho la Camera e il resto : si che poco tempo m'avanza alle gite, per desiderio ch'io n'abbia. Questo libro che le mando, vede, m'è costato quattro mesi di lavoro. Non iparrà ma è cosi. Beato chi sa far presto e bene. A me non riesce ; e far ipresto senza fare quanto meglio possa, non voglio. In fondo, se trovo ancora chi mi legga, egli è perché io ho messo a scrivere un articolo di giornale la cura stessa che a scrivere un libro, e non ho· voluto mai acciar– pare. Ci ho guadagnato la nomèa di fannullone, ma non importa. 7 marzo 1890. Io vorrei non dirle di no; ma, creda, la difficoltà, una delle difficoltà, sta nell'argomento. Le origini del teatro, sebbene argo– mento men dell'altro lontano dagli studi miei, oltre che non può prender posto fra gli altri di questa serie, è un argomento sul quale io non ho studi speciali. E io non capisco che sugo ci sia a farmi fare una conferenza che dovrei prender di pianta dal libro del D'Ancona. La faccian fare al D'Ancona. Basta : mi ci lasci pensare e vedrò. Del resto io finirò col non far nulla, - pro– posito segutto per più anni con molta tranquillità dello spirito e del corpo. Ecco che lei mi muove censura perché io, invece di far libri, spesso pubblico quelli degli altri: eppure se lei dà un'oc– chiata al volume che le ho spedito vedrà che della roba mia ce n'è di molta; e io ci ho messo molto tempo e molta fatica. 1) Vedi nelle Simpatie del MARTINI il capitolo « Le Memorie del Giusti e la Toscana dal 1815 al 1849. » BibliotecaGino Bianco

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