Pègaso - anno I - n. 2 - febbraio 1929
132 Lettere di Ferdinando Ma.rtini tignano coute q-ue coute perché è proprio un peccato die si accasci cosi e senza una ragione plausibile. Andiamo, via, i bagni son luoghi d'ozio e il lavorare non è possibile: ma a Fauglia 1 ) intanto che Oecco va alle starne, Gino prepara l'uccelliera col Dottore e la Fernanda 2 ) fa uno studio, Lei rieominci e comtnci 3 ). Se si tratta di discutere, di esaminare, tutto quello insomma che può o gio– varle o farle piacere, son qua, non· se ne discorre nepipure. Lei vedrà che esempi di Ot{)erositàLe darò io, quando meno se li aspetta. Roma, 10 febbraio 1890. Cara signora Matilde, perché ci si mette anche Lei ? Ohe la sua lettera mi faceva pena lo doveva capire : che pena maggiore mi fa il 'dir di no a Lei poteva imaginarselo. Ma come vuol che faccia, mio Dio ? Io non sono capace d'improvvisare, tratta,ndosi di preludere a un corso di conferenze fatte da tutta quella po' IPO'di gente. Di quel che dicono a Firenze di me m'importa poco, per– ché i Fiorentini m'hanno avuto· sempre a noia e se porgo loro l'occasione di dir male di me, ·nel fondo dell'animo me ne sono gratissimi. Io ebbi torto di dir sì : ma il mio torto creda appare minore quando si pensa che io sentendo parlare di quaresima m'imagiiiai si trattasse d'andare verso I'!!!prile. Se invece del preludio si trat– tasse del :finale, si :figuri se, non fosse altro per far piacere a Lei, non direi : sta bene ; ma di q~i a dieci giorni proprio non [POSSO : e avverta che son dieci giorni impossibili di per sé, visto che ~o debbo andar girando di sopra e di sotto. Ho :finito giorni sono il lavoro sul Giusti 4 ) che m'è costato immensa fatica, perché quella della mia facilità è una leggenda, una :fiaba, e io nello scrivere sono lentissimo. E ora son stanco. Non si può inaugurare una serie di conferenze a quel modo, con delle chiacchiere senza sugo : né io vorrei farle in alcun modo, dato anche che questa è la prima volta che io parlo o leggo a Firenze. Io del medio evo so troppo poco e lo aborro troppo, per [Poter da un giorno all'altro impan– carmi a discorrerne. Capisco che io non posso andare a dir que– ste cose a tutti, né affiggere le mie confessioni alle cantonate : sic– ché ci scapito nel concetto della gente: e va bene; ,quel che ci guadagno è il proposito di dir di no d'ora in poi, subito, chiunque sia che domandi e dovunque si domandi. . 1 ) A Fauglia nel Pisa•no è la villa dei Gioli. 2 ) Figlia primogenita di Matilde B. G., oggi contessa Guidi. ., 3 ) Si parla dei racconti poi dalla Grou raccolti nel volume In Toscana, Btffài dal vero (Firenze, Bemporad, 1899). 4 ) Vedi nel libro del MARTINI, Simpatie (Firenze, Bemporad, 1900). BibliotecaGino Bianco
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