Pègaso - anno I - n. 2 - febbraio 1929

-- G. P.A.PI, n, Gz.i operai della Vigna 253 nella maniera del suo lavoro, è anch'essa una garanzia e un ornamento. Il libro conferma la bontà ùel momento presente nell'arte narrativa italiana. Quindici anp.i addietro, pagine come queste non le avrebbe scritte taluno che andava per la maggiore. Oggi le ha date un giovane, 1 con gran naturalezza, senza supplementi rettorici; e si sente ch'egli non s'è affatto stancato. EllIILIO OECCHI. GIOVANNI PAPINI, Gli operai della l'i,gna. - Vallecehi, Firenze, pp. 372. L. 12. CESAREJ ANGELINI, Testirnonianze cattoliche. - Artigianelli, Pavia, pp. 132. L, 5. Sul conto di Papini convertitd c'è in giro un'idea poco eroica, questa: « adesso che s'é messo giù buo'lo, facciamoci coraggio a dirgli il fatto nostro, e delle due l'una: o lui si piglia le insolenze e sarà un bel vedere, o reagisce e allora che convertito è? ii In realtà il lupo di Gubl)io, se s'ammansì, non si ~asciò poi tagliar l'unghie: E se di Ori.sto il gregge sonnolento indugia •nel cammi!no duro e cupo, necesse che talvolta sia strumento d'Iddio la forza del dente d'un l11po. Son versi, forse non tutti belli ma significativi sì, di quel Pane e 1;ino, che pure contiene ·quattro o cinque fra le liriche migliori apparse in Italia dopo _la morte ùi Pascoli. E anche in Papini è evidente, come in tutti i convertiti, il senso vero delle parole « rinnovamento >l, « trasfi– gurazione >l, •« rinascita, ll, e simili. La conversione in tanto è prodigio, in quanto l'uomo nuovo è poi sempre quello di prima; se Papini fu messo al mondo per mordere, è chiaro che, facciano attenzione i distur– batori, morderà sino alla fine. Il problema, ,è di vedere da che parte, adesso, morde; e che cosa. Quelli del « modo ancor m'offende >l, quelli che dieci o vent'anni fa non potevan soffrire Papini non tanto per ciò che diceva quanto per il piglio con cui lo -diceva, certissimamente continueranno a non sof– frirlo neanche oggi. Il suo stile, ossia il suo animo, è sempre lo .stesso. Papini s'è chiarificato a sé medesimo, s'è reso conto di sé, ha veduto in sé; ma non mica per rinnegare il suo impulso profond~, bensì per dirigerlo finalmente al lume della scoperta Stella Polare. R1- . voltoso séo'uita a far la rivoluzione; nemic~ dei borghesi, ce l'ha con loro piò di°prima; e se lo sdegno del luogo comune, la insoddisfazione della mediocrità l'a:r;i.sia di liberazione dal « mondo ll, l'hanno portato al Vangelo, im~aginarsi cosa pensi e dic:1' adesso,. c~e non è più il cieco istintivo di ieri ma si sente appoggiato al D1vmo. • · D'un tal combattimento vecchio e ·nuovo l'ultima testimonianza •.sono;per ora, questi Operai _della Vigna: donde i fatti personali paiono

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