Pègaso - anno I - n. 2 - febbraio 1929
a Matilde Bartolommei Gioli 131 condizioni della Toscana avanti il 1848 : solito vizio d.e!!l'Italiani che sentono semrpre il bisogno, scrivendo, di rifarsi d~Ua crea- ~ zipne. E anche mi pare che si potrebbe dir più del babbo, o per lo meno, dire in guisa che la sua figura morale e intellettuale srpic– easse nella singolarità la quale eqbe. A ogni modo il libro riem. pie un vuoto. Mi sono piaciute assai le !Parole premesse da Piero 1 ): i;critte con più garbo che non sogliano gli avvocati e con parsi• m?nia non inelegante. Lei non sarà del mio !Parere, ma io non m1 lascerò convertire dai suoi argomenti ad horninem. Di Gino 2 ) si parlò qui col Biagi 3 ) e so ch'egli Le scrisse ciò che a noi sembrava più opportuno rper lui. Io, non ·scrissi anc.h'io, per ]a ragione che dopo aver fatto tutto quanto potevo, anche degli spropm1iti, per -essere un uomo libero, non ho mai un momento di lilwrtà. Vita bene srpesa ! Non le ho mandata una certa mia relazione per la quale ho un po' di debole e intorno a cui ho lavorato tutto l'invérno, iper timore di seccarla costringendola a leggerla, visto che in molta parte tratta di argomenti un po' troppo tecnici. Il Biagi, caso mai, ne ha un esemplare. Spero di andarmene fra poco a Monsummano e por _mano ad alcuni lavori e fine ad altri che mi stanno a cuore ,più assai che le chiacchiere di Montecitorio. Oaistellamare, 17 agosto 1889. Intanto per alcuni giorni ancora son qui, dove son venuto per la festa della mia :figliola : quando partirò bisognerà che mi chiuda a Monsummano perché tale è il lavoro che ho da far nel Settembre da non permettere ch'io !Pigli uno svago neanche di ventiquat– tr'ore. Il 15 Settembre ci ho da fare a Pistoia la commemora– zione del Puccini 4 ) e sebbene il Puccini, voltandolo e rivoltandolo come fo io, nella sua qualità di gobbo debba IPOrtar fortuna, non– dimeno non mì attento a pa.rlare e lo scrivere è lungo. Lungo sì : :ma questo non vuol dire ch'Ella debba lasciarsi an · dare come fa. È scoraggita. Ma perché ? Del pubblico non può lagnarsi, dunque? Non le riesce, dice Lei, questa cosa e quest'al– tra; mi lasci dire che non è vero. Come fa a saperlo se non ci si - prova e riprova ? Se veramente una conversazione d~ due ore con me bastasse a darle coraggio, troverei il tempo per venire ad An· 1) L'avvooato Piero Puccioni, di Firenze, senatore, nato nel 1833, morto nel 1898. 2) Gino Gioli Bartolommei, figlio di Francesco e Matilde Gioli Bartolommei. 3) Guido Biagd (1855-1925) letterato, storico, direttore ;per 1Thllghi anni della Biblioteca Laurenziana, 4) Niccolò Puccini, di Pistoia (1799-1852), Il discorso è ipubblicato nelle Sim- patie del MARTIN!(Fj,renze, Bemporad, 1900), BibliotecaGino Bianco
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