Pègaso - anno I - n. 2 - febbraio 1929

TOMMASÈo, Colloqitii col llfonzoni _243 ~ dial~tti fanno· lieta. questa commedia che non ha un vero e proprio mtrecc10 come quella che si scioglie da tutte le parti. Basta tirare pe~ una m~nica il giovinetto e la commedia, si scioglie da quella parte . .Poi entra m scena un altro che lo tira per quell'altra manica e la com– ~ed~a si sciogl~e ~nche da quell'altra parte. I cinque atti potevano be– mssuno· esser dieci. Il pregio perciò del lavoro è nella vivezza e varietà di tutti e sei i personaggi e nella sveltezza con la quale sono conge– gnate queste scene col piano sempre inclinato verso una camera da letto. Che effetto poi dovesse fare un la, 7 oro simile rappresentato uno non ha nemmeno il coraggio di pensarlo. A leggerlo è una delizia. ANTONIO BALDINI. TOMMASÈO, Colloquii coi" Manzoni, pubblicati per la prima volta da T. Lom, con _vn fac-simili e x ritratti. - Firenze, Sansoni, 1929. Lire 20. .l:'uò darsi che il Manzoni fosse figlio adulterino : certo per il Tom– masèo non poteva esserci dubbio. La maldicenza era una delle sue voca– zioni, anzi uno dei temi del suo vario e frammentario mondo poetico. ln alcune pagine di questi Uolloquii sembra di sentido parlare : una voce stridula, un'insistenza di mosca che quando sta per allontanarsi torna indietro e ricomincia a ronzare. Ci sono delle catene di maldi– cenze, in cui ogni riga ·è una botta, e una malignità contro una per_sonai ne richiama un'altra contro un'altra: ci si sente insieme una specie di ispirazione e un desiderio d'acrimonia che vien dal cuore . ..Nonsi lascia sfuggire 'un'occasione; e troppo spesso, anche quando la censura è giustificata, l'animo è cattivo. Ma perché il tono è sincero e le sue doti di scrittore lo aiutano, i suoi pettegolezzi ci divertono. Il suo stile sfaccettato, attento, aguzzo era quel che ci voleva per tagliare i panni addosso al prossimo, per incidere un ritratto antipatico e par– lante. Un capitolo sul Giusti, sparso di verità e di veleno, finisce con queste linee secche e soddisfatte: « Visse con la paura di morire arrab- 1.Jiatodal morso d'un gatto; e morì di subito d'uno sbocco di sangue. >> Nello scegliere il difetto, il particolare, l'aneddoto degradante, il Tommasèo aveva pochi uguali : povero Ilonghi, povero Hermes Visconti, · povero Berchet, povero Cousin, povero Pio IX, poveri principi del tempo! .Pochi hanno conosciuto come lui l'arte di mettere un uomo in ' camicia di far vedere, con un ·ghigno, sotto le spoglie del grande o del pdtente il misero mortale; pochi hanno avuto, con tanta religione, così poca carità del prossimo; nessuno è stato insieme tanto sottile, acuto austero moralista e tanto tenace e corrodente denigratore. ba volubilità del Monti è stata censurata, e con ragione; ma le parole più accanite sono queste del To~~asèo a. proposi~o. d~lle po;le~ miche sorte per il premio della Crusca chv1so fra 11 N1ccohm, 11 Rosm1 ed il Micali. Il Manzoni « si rammentava come quella guerra prese fuoco e in Toscana e in Lombardia; e forse. fu dalle prime scintille degli odii fomentati dal Monti con la Proposta, ne' quali l'Austria col man-

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