Pègaso - anno I - n. 2 - febbraio 1929
232 G. Toffanin · di· cai·lo v (uno de los mejores caballeros del munda_) glione l'elog10 il Boja,rdo ? .... Era quel gioco di cotal ragione · che alcun le tenea in grembo iJ ca:po chino : quella alle spalle una palma voltava : chi quella batte a caso indovinava. Quest' è il mondo di corte visto in tre modi di~ersi: e, ad esser si~– ceri, la rappresentazione che val meno, in poesia, è quella del Casti- glione. E tuttavia, per qual ragione, in onta a certi giudizi (il Manzoni, guardarsene!, trovava la riprova che il libro è poco letto, ne1la_stessa ammirazione ond'è circondato), in onta a certa non mascherab1le mo– notonia l'intima nobiltà del Gortegiano traspira anche a chi non riesce ' ' poi a dire in che cosa essa consista ? . . . Nell'originalità del contenuto, no certo: l'ed1z1one del Cian, docu– menta che ogni cosa vien da Cicerone, Plutarco,_ Aristotile, Orazio e altri spiriti magni. C'è qi più: se, accanto a quel prezioso raffronto con gli antichi, se ne facesse oggi un altro con i moderni d'allora, vacille– rebbe, temo, nel Castiglione, perfino il merito d'una cultura sempre rinfrescata alle fonti. (Ma, a dir la verità, i suoi dialoganti, uomini di mondo, che obbligo avevano di questo sforzo? Non era un conservarne i caratteri psicologici, cioè un « dimostrarne coi ragionamenti le pro– prietà e condizioni>>, il farli un po' dipendere dalla letteratura, re– cente?). Non è un'osservazione di malignità stendhaliana, e, cosi posta, è fors'anche falsa, ma ha anch'essa, la seguente, una sua rispettabile maHgnità. « Ond'è che naturalmente la donna ama sempré quell'uomo che è stato il primo a ricevere da lei amorosi piaceri ? e, per contrario, l'uomo ha in odio quella dopna che .è stata la prima a congiungersi in tal modo con lui ? » (III, 15). Viene dai Problemi d' Aristoti1e, come documenta il Ci.an; ma l'essercisi interessato, l'averla portata a livello d'una conversazione mondana sarebbe merito del Castiglione. Senonché anche di questo io dubito leggendo, nel De Re, Uxori~ di Francesco Barbaro : « le. donne non poter non amare sempre quelli da cui ebbero amore la prima volta» (ed. Padova 1916, p. 38). Erano notizie, insomma, / che quei tali trattatisti avevan fatte comuni. No: di quest'opera in apparenza e, per quattro quinti almeno, in realtà, cosi frivola, il vero pathos, che giustifica fino a molto oltre il pa– ragone col Principe, è quell'amorosa e, talvolta, accorata difesa del– l'aristocrazia in cui, magari inconsapevolmente, s'imposta il problema di ciò che tal casta rappresentò nella storia d'Italia. È nell'anima del Castiglione fin dalla prima riga, anche se prorompe solo al prin.cipio del quarto -libro, quella domanda che ogni lettore .di buon senso si sarebbe fatta da sé, naturalmente: « insomma, se questo danzare cantare dir facezie, andare a caccia e a cavallo non ha per ·fine se ~on sé s~sso che miser cosa un contigiano. » ·Lo dice cosi bene Ottaviano Fregoso i~ BibliotecaGino Bianco
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