Pègaso - anno I - n. 2 - febbraio 1929
La Stella del Nord mento ? - gli domandai atterrito. - Il momento, - mi rispose - di intentarvi un nuovo processo in nome dei vostri figli. ' « Ohe cosa avrebbe fatto un altro [Padre, al mio posto ? Presi allora lll!a risoluzione, che avrei dovuto prendere prima solo che avessi dato ascolto ai co1tsigli e alle esortazioni di Guen'dalina, la · quaJe ID tutto questo aveva veduto molto più chiaro e lontano di me. Revocai per ingratitudIDe, con un'M.ione fulminea, la donazione · fatta quindici anni prima ai miei figli, e ritornai ad essere il pa– drone, IDdebitato sì fino al collo, ma ;padrone, in questa disgrazh– tissima casa. Recuperai la mia libertà e resi giustizia a mio padre, e a tutti quei geinitori che, per avarizia o p,er esperienza dell'am.imo uma1110, lasciano i loro figli sospirare anche uno spicciolo fino al giorno della loro morte. I miei fuggirono qua,ndo seppero che io mi ero ripreso tutto il mio. Ma due mesi dopo il Generale ID persona me li ricondusse pentiti e rassegnati alla loro sorte. Non bisogna mai né forzare né capovolgere le leggi dell'interesse, che sono s!J)esso anche quelle della natura. Se la pianta desse il suo frutto prima che il campo f9sse arato, nessU1110 mai are11ebbe il ca(IDpo.Così il pro– verbio dice : ' Ohi paga prima è mal servito '. Questo vale a,nche per quei genitori che non aspettano di morire per spogliarsi dei loro averi a favore dei figli, ed io ne ho avuto la più triste ripro-va. Dopo quanto era accaduto, potevo fare la morale agli altri, ma intanto i dieci anni migliori della mia vita se ne erano andati, come ho rac- contaJto. ' « Dal giorno in cui decisi di resuscitare, non dico che i miei figli mi amino o mi diano grrundi gioie, ma tutti ci sop[Portiamo a vicenda nell'ordine ristabilito delle cose. Guendalina e Benvenuto vivono in pace con rioi, e mentre i miei figli falllno la guardia a qurunto rimane di tante avvelenate· ricchezze, io vedo scorrere i miei giorni lungo un monotono ma sereno pendio. Essi aspettano, ed io li lascio aspettare. Non sono più quello di vent'am.ni fa, ma neppure quello di or sono dieci anni. Mi cOlllsidero un tranquillo egoista, e come tale aippafo così fiorente e roseo dopo quanto ho pas– sato. La vita è una cosa bella e piacevole per sé stessa, senza che occorra adornarla di bei sentimenti, di alte ambizioni e di nobili ideali, che sono apipunto l'origine di tutti i nostri guai.>> ( Continita) UMBEJRTO,FRACCHIA. 15. - Ptgaso. ibliotecaGino Bianco
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