Pègaso - anno I - n. 1 - gennaio 1929

72 U. Fracchia L'esame di Alessandra durò alcuni minuti. Essa pen,sava che Benedetto, più giovane di lei di un anno, non era che un ragazzo, e che il suo viso, anzi, era addirittura quello di un ha.mhino cre– sciuto troppo presto, con quella testa piccola, rotonda, dalle nuca rasa e fragile, così sproporzionata alla larghezza delle i,.paHee alla sua statura che, come la sua voce, erano già quelle di un uomo. Quando parlava così gravemente del padre, della madre, di sé, del– l'avvenire, bisognava pensare alla sua persona., non a,l suo viso: soprattutto di'Illenticarsi quelle fitte lentiggini che, come una fine crusca, gli infarinavano le gote e la frohte fino alla radice dei ca– pelli. Nessuno della famiglia era fulvo, eppure i suoi ca,peUi tira– vano al rosso. Anche nei tratti del viso non somigliava né al padre né aJla maidre, a lei IJ)Oi,Alessandra, niente del tutto, al loro fra– tello Massimo 1I1emmeno,IJ)erché soltanto lui aveva il naso corto e leggermente camuso, la fronte alta e diritta, la bocca forte, e una macchiolina nera, come una scheggia di vetro, nell'iride do– rata del suo occhio destro. - Ora che mi hai ben guardato, - disse Benedetto con un sorriso, interrompendo quel ,silenzio e fissando frwcamente sua sorella negli occhi, - non giudicamni trOIJ)pomale, ise io dico a te tutto quello che mi passa nell'anima. A te, io dico tnUo, Ales– sandra. Pensa ai miei allITT.i d collegio. Nessuno con cui confidarsi. Fino a sei mesi fa ho vissuto solo, chiuso, muto. E così per dieci anni ! Dieci anni : ci pensi ? Credi che sia stato facile sopportar quei dieci anni ? - Non so bene come si viva i.ai collegio, - disse Alessandra. - Immagina che è, in piccolo , c ome nella vita, - .spiegò Be- nedetto: - Tutto dovrebbe essere regolato da leggi, ma l'abilità di ciascuno consiste nell'eluderle, o nel voltarle a· proprio favore e a ,danno del compagno. Io però ero per la giustizia. Io sono sem– pr,e per la legge, - ripeté con for~a: - Se c'è una legge, l'uomo sa che cosa deve fare. Non è così, Alessandra ? - Dovrebbe el'lserecosì arricbesenza le leggi. ... - Vedi, - continuò Benedetto, - quando ero i-n collegio io non volevo bene a nostro padre. Avevo un vago desiderio di affetti,_ invidiavo quanti vivevano con la loro famiglia. Ma che cosa esa't– tamente fo.sse una famiglia io non riuscivo a figurar.melo, proprio come tu non riesci a figurarti esattamente un collegio. Quanto a nostro pa,dre, non mi ricordavo neppure come fosse fatto quando, la: prima volta, sei anni fa, mi veil[le a trovare. Te ne ricordi, San– dri-na? Avevo allora undici anni, e già ne avevo pa,ssati cinque in collegio ,senza vedere né lui né la mamma. Strano: sebbene la manmna nelle sue lettere me ne parlasse spesso, mi sembrava v31gamente che il babbo fosse morto. Quando mi trovai di fronte BibliotecaGino Bianco

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