Pègaso - anno I - n. 1 - gennaio 1929

,, La Stella del Nord 69 La vede quella punta aguzza come una snella piramide ? È il Fuso, millecentododici. E quel mOIJlte tozzo, a sinistra ? Il Barile, milledodici. Mi dica se non sono belle montagne. Bellissime, in fede mia ! Ma noi geologi non ci fermiamo al solo aspetto delle cose naturali. Quelle montagne halllllo anche una storia: nell'antichità, i Romani traevano ferro e rame dalle loro viscere. Per,duti, quei giacimenti, esauriti? - soggiuru;e dopo una breve pausa: - Ohi può dirlo ? La ricchezza della terra è inesauribile, come la sua bellezza. Solo l'uomo è cieco e mortale. Qui la voce del maggior Iupiter ebbe toni cupi e malinconici. Un profondo sospiro gonfiò il suo petto. Ad ogni istante il vento minacciava di strappargli il cappello, rovescirundogli violentemente sul capo la mantellina. Ma egli, pur lottando col vento, non nP, sentiva né gli urti né gli straippi. Sul suo viso estatico non bat– teva l'o,paca luce del ma,ttino burrascoso, ma pareva giocassero i riflessi rosei ed azzurr:iJlli di un'iride meravigliosa. Era il viso d'un uomo di cinquant'anni, ma così minuto e regolare nei tratti, senza una ruga, la ca:rmagione piuttosto dorata che pallida, le gote ro– tonde, gli occhi -scuri appena gravati dalle palpebre, la bocca pic– cola, il mento con la fossett:iJlla, da parere fin troppo infantile o femmineo. Di virile egli non aveva che quei nerissimi, lunghi, folti. sipioventi baffi, e la persona che,· sotto il cappotto, s'indovinava robusta e alquanto atticciata. Portava anche la testa alta e aveva le spalle bene squadrate. E, fosse solita :iJllui o fosse effetto dellni visione che in quel momento lo estaisiava, l'espressione sua natu– rale era, a vederlo, quella d'una grande energia congiunta ad una grande dolcezza. IV. In un punto della nave poco lontano da quello, ma più nascosto e quasi isolato dalla mobile e spessa muraglia che i mille rumori del vento e del mare formavalllo intorno a ogni cosa, r-rano seduti. sopra un mucchio di gomene arrotolate, un giovinetto ed una fan– ciulla, che sembravano estra111eia quanto accadeva oltre l'angolo del ponte che li separava da prua. Da quel punto essi non ipote– vano vedere che una piccola !Parte della città e poi un tratto di costa brulla e selvatica che si perdeva verso occidente. Il resto ero mare livido, solo popolato di onde. Presso la nave, da quel lato, volteggiavano bassi alcuni gabbiani. Si vedevruno distintamente i loro piccoli occhi stupidi, i loro lunghi becchi adunchi, mentre pa...– savano risalendo a balzi il vento sulle ali spiegate. E~a un volo faticoso e goffo, e solo quando, dopo aver tentato :iJllvanodi po– sarsi sulla cresta dei flutti, con un colpo d'ala se ne distaccavano~ si aveva l'esatta misura della loro agile--forza. BibliotecaGino Bianco

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