Pègaso - anno I - n. 1 - gennaio 1929
Ita,/o Svevo 55 dove ogni vita esteriore era spenta, gli consentiva alfi.ne di vivere un poco per conto suo. Ed egli tornò naturalmente a lla sua voca– z,iooe, all'arte che gli era un bisogno di provare la propria espe– rienza e un diletto. La coscienza di Zeno è un romanzo molto diverso da quelli della sua giovinezza. La robustezza di Una vita non c'è, e non il bel color,e e lo sciolto disegno di Senilità. Il libro è di un nuovo tempo. 1 /anima umana vi è in una increspata superficie di mare senza sponda, e il romanziere si arrovella intorno al suo movimento inde– :finito e cerca di sorprenderne gli agenti subacquei. Il dramma -· perchè v'ha un dramma - è lentissimo; si sviluppa dalla fluttua– zione; si rperde sugli orizzonti remoti; è il1trigato dall'umorismo ebe giuoca di continui baleni su le crespe instabili del flutto. Il ritmo del racconto è cosi piano che quasi il lettore non si accorge degli elementi di drammaticità dissimulati, i quali pure in un certo punto avranno il loro effetto. Poi la vita continuerà a scivolare, onda su onda, l'umorismo a riverberarla col suo tremulo speochio: non vi sarà conclusione: essa sfuggirà alle più sottili esperienze dello spirito indagatore, e nessuno saprà le ragioni profonde di quanto è avvenuto. I medici freudiani protestano contro l'appellativo di freudiano dato a questo romanzo; affermano che esso è soltanto la carica– tura del loro metodo introspettivo. In realtà la caricaturai si' limita ai risultati pratici e curativi del metodo, e il metodo di Fìreud rper sè stesso è adottato. La mobile curiosità intellettuale di Svevo l'ha spinto a sperimentarlo. Nei suoi precedenti romanzi lo svolgimento interiore dei personaggi aveva una meccanica razionale, dalla quale conseguiva la loro vita; ne La coscienza di Zeno invece la vita sembra sottrarsi a questa meccanica, indispettirla, costruir<;i di arpparizioni e riappa,rizioni di dati sparsi, di temi frammentari che riemergono e acquistano valore quando più si credevano riassor– biti e sommersi. Attività subcoscienti adunque conducono; e la superficie è quella d'rÌna narrazione un po' disguidata, e capricciosa, che sembra non avere proporzioni nè ordine, ma solo un piacere illlquieto dei suoi casi contradittori. Non vorrei dire nemmeno che lo Svevo sia molto felice nell'in– ventare questi casi. La scena delle tre sorelle, è'he ad una ad una sono domandate in mogli da Zeno nel giro di una sola sera, ra– senta l'umorismo inferiore, il grottesco sia pure moderno; e l'av– ventura amorosa del protagonista con Carla è faticosamente in– trodotta e sostenuta. Certe eleganze dell'artista sono sempre man– cate all'immaginazione del romanziere; e tuttavia altre eleganze egli ha frequenti : del pensiero, e ta.lvolta perfino della forma; tanto BibliotecaGino Bianco
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