Pègaso - anno I - n. 1 - gennaio 1929
Italo &evo 51 fida creatura che 1110nmeritava tanta pena. Era l'avventura che io less~ due anni dopo, appena deformata, incisa con punte meno fu. gac1, 111el suo romanzo Senilità. Ma prima egli aveva scritto un altro romanzo, Una vita. L'ho riletto dopo molti anni, e debbo dire che, quanto a robustezza è la cosa più solida fatta da Svevo. Credevo di trovarvi affinità ~oi romanzi tedeschi di quel periodo : i miei ricordi m'ingannavano. Esso è in tutto un bello e legittimo figlio della grande linea del romanzo francese. Svevo dovette scriverlo molto giovane, se è vero quanto ricorda Enrico Piceni, che già nel 1889 fosse stato offerto a Casa Treves sotto il nome: Un inetto. Chiedo a un 3Jmico suo di quegli anni, Giulio Ventura, fine ed arguto spirito, qualche notizia sulle predilezioni letterarie del giovane Svevo. Mi risponde senza esitare: « Zola era il suo dio; il Roman expérimental il suo credo>>. Quanto al Roma;n expérimental, non c'è dubbio: sperimentali sono tutti i romanzj di .Svevo; quanto a Zola, è uno Zola già su– perato, invaso e sopraffatto dall'analisi psicologica che si prende la parte sovrana. Il centro dell'interesse di Svevo è la vita interna. Poco gli dicono i paesaggi ; gli ambienti non sono descritti nelle cose, ma negli uomini ; di una letteratura che possa essere forma e decorazione non esiste nemmeno il sospetto ; l'osservazione della vita interna gli si presenta invece come un campo sterminato, e tutto azione, tutto indefessamente lotta e vicenda, da dover se– guire d'attimo in attimo. Quando egli si svincola dagli accessori, da qualche pe~ante indugio su situazioni e ,personaggi di fianco (Svevo esegu1sce tutto; lo scorcio non è il fatto suo), e s'addentra col suo protagonista nell'a,vventura d'amore che costui pagherà con la morte, egli è l'oltreveggente maestro a cui la vita dovrà confessare il più [)rofondo contenuto d'ogni suo istante. La profondità, la perduranza, l'inesauribilità dell'attenzione, in lui sono nuove; il metodo non è nuovo. Siamo ancora nella psi– cologia deterministica e dialettica. Schiere di ragioni impegnano incessantemente la loro battaglia con altre schiere di ragioni sul terreno di un'anima afferrata dalla vita sulla quale essa non riesce aid aver presa e che la sgomenta. È la psicologia classica, disquisi– trice, ma raffinata dal discernimento di continue, impercettibili fratture nelle anime. Non per questo il romanziere si perde o si snerva. Questa lotta serrata, questa inquietudine che non ha tregua, sono il suo elemento. Il romanzo gli si disegna diritto nell'azione, preciso nel signifioato, come se l'avesse scritto a grandi linee. L' im– pieo-atuccio bancario Alfonso Nitti, che per travolgimento amoroso in lui e [)er imprudente civetteria in lei ha sedotto la figlia del suo principale, non solo sarà inetto a giuocar la partita di far sua mo- BibliotecaGino Bianco
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